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5 domande da farsi prima di accedere a un mutuo per la casa

Sono passati pochi giorni da quando la Bce (Banca centrale europea) ha deciso di alzare i tassi di interesse di 50 punti base.

Una scelta dolorosa ma necessaria, che Bruxelles ha preso per la prima volta da 11 anni. Con l’approvazione dello scudo anti-spread le speranze sono tutte riposte in quel termometro sempre più caldo che è l’inflazione e lo spread. Si spera così di far scendere la “temperatura”.

Ma la decisione di aumentare i tassi di interesse ha generato come effetto immediato il rialzo delle rate dei mutui per prestiti o acquisto casa. Le rate costeranno in media 50 euro in più.

In un contesto così fluido e incerto, bisogna pensarci più volte prima di scegliere un mutuo, ponendosi almeno 5 domande chiave.


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Cosa serve per il mutuo?

Un reddito dimostrabile o garanzie solide. I mutui sono più onerosi e non saranno facili da concedere. Soprattutto per evitare la bolla finanziaria esplosa in America nel 2007/2008 e che ha generato la più grave crisi economica mondiale dal dopoguerra.

Ricordate la crisi dei subprime negli Stati Uniti? Prende il nome proprio dai cosiddetti subprime, prestiti ad alto rischio finanziario che furono erogati dagli istituti di credito in favore di clienti a forte rischio debitorio (insolvenza).

La storia sappiamo come è andata purtroppo a fine, con milioni di famiglie che hanno perso la casa.

Quanto chiedere di mutuo?

Le banche in genere concedono fino all’80% del valore della casa che viene valutato da perizia. Ma con garanzie più solide si può andare oltre quella percentuale.

Rata a tasso fisso o variabile?

Molto probabilmente i tassi continueranno a salire ancora.

A giugno del 2022, i mutui emessi a tasso fisso sono stati il 95%. Sono meno rischiosi, ma anche più onerosi in caso di ribasso. Ma per ora la luce non si vede, e forse sarebbe meglio non rischiare troppo.

Il costo del mutuo?

Per un computo reale e completo bisogna considerare anche gli indicatori TAN e TAEG, che compongono il tasso di interesse.

Il TAN (tasso annuale nominale) non include gli oneri accessori e le spese aggiuntive a carico del cliente durante la durata del finanziamento.

Per questo, il TAN viene accompagnato dal TAEG che, invece, include gli oneri accessori e quindi risulta essere un indice più completo del costo di un finanziamento.

TAEG, che significa Tasso annuo effettivo globale, indica perciò con precisione la differenza fra diversi finanziamenti perché rappresenta il costo totale del prestito o mutuo.

Quanto deve durare il mutuo?

Più l’investimento è a lungo termine, maggiore sarà il costo degli interessi, ma spalmato in un tempo più lungo, quindi con rate inferiori.

Anche qui, dipende dalla quantità di denaro prestato e dalla situazione familiare e lavorativa. Una famiglia numerosa, con tante spese, forse potrebbe preferire un mutuo più lungo.

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