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Abusi edilizi, come calcolare la multa alternativa alla demolizione?

Gli abusi edilizi vanno sempre demoliti oppure, in alternativa, si può pagare una sanzione? A fare chiarezza ci ha pensato recentemente il Consiglio di Stato che si è espresso circa le multe alternative alla demolizione degli immobili costruiti in modo abusivo.

Abusi edilizi, multa o demolizione?

In linea generale possiamo dire che gli abusi edilizi devono essere sempre demoliti, ma può succedere che in alcuni casi questi fabbricati siano parte talmente integrante del tessuto edilizio che, di conseguenza, la loro demolizione comporterebbe danni anche agli immobili regolari. Pertanto in queste situazioni eccezionali il Comune stabilisce una multa alternativa alla demolizione.

Come quantificare l’entità della sanzione? Il Testo Unico dell’edilizia stabilisce alcuni parametri, che però devono fare i conti con le decisioni prese dei singoli enti. Ecco dunque che il Consiglio di Stato, con la sentenza 4463/2021 ha chiarito le linee guida da dover seguire.

Come quantificare la multa: il caso

Il caso esaminato riguarda quello presentato dal proprietario di un immobile ereditato che, durante le trattative per la vendita, si è accorto di alcune difformità tra il progetto autorizzato e il fabbricato poi realizzato, e pertanto ha chiesto al Comune di poter regolarizzare la sua posizione pagando la multa alternativa alla demolizione.

Il Comune però ha presentato una sanzione sproporzionata agli occhi del proprietario che ha fatto ricorso al Tar, sostenendo che per stimare il giusto calcolo della multa il Comune avrebbe dovuto basarsi sul costo vigente al tempo dell’abuso edilizio e non su quello attuale. Il Tar ha accolto la richiesta e ha invitato il Comune a ricalcolare la sanzione; il Comune però ha fatto ricorso al Consiglio di Stato.

Con la sua sentenza, il Consiglio di Stato chiarisce che, sulla base di quanto espresso dal Testo Unico dell’edilizia, la quantificazione della sanzione deve essere fatta tenendo conto solo del costo di produzione esistente al momento dell’abuso.

di Francesca Lauritano

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