Le politiche sociali per la casa sono da sempre terreno di dibattito nel nostro Paese e la carenza di case popolari è sotto gli occhi di tutti. Le risposte da parte dei privati non si sono fatte attendere e da anni assistiamo alla crescita del fenomeno dell’housing sociale come alternativa “etica” ed economicamente sostenibile per chi non è in grado di avere accesso all’offerta del libero mercato.
Trovare un’abitazione dignitosa e a costi accessibili è difficile oggi ma lo sarà ancora di più negli anni a venire: a dirlo è l’ultima indagine del Cresme, Centro di ricerche economiche e sociali per il mercato dell’edilizia, che ha eseguito una previsione relativa fino al 2024, con una ricerca commissionata da Fondazione Housing Sociale, Cdp Investimenti Sgr e Legacoop abitanti.
Nei prossimi anni il numero medio delle nuove famiglie crescerà, superando la soglia delle 460mila unità: di questi nuclei familiari, circa 108mila rientreranno nella fascia di reddito inferiore ai 18mila euro e 170mila avranno un reddito compreso tra 18 e 34mila euro. Sulla base di questa divisione gli esperti rivelano che solo 91mila famiglie l’anno (mediamente il 20% del totale) saranno in grado di affrontare l’acquisto di una casa a prezzi di mercato senza problemi. Per il 30-35% ci saranno un po’ di difficoltà, mentre un 40-45% dovrà adattarsi puntando all’affitto o ad immobili in edilizia convenzionata. Una percentuale molto alta, questa, che pone in essere un drastico cambiamento di paradigma per l’housing sociale, a cui guarderà una fascia sempre più alta della popolazione: sia per difficoltà economiche, sia per una diversa percezione della vita in casa che ci accumunerà maggiormente agli altri paesi europei, in cui la vita in affitto è un’abitudine molto radicata. D’altronde, in questi anni, aumenterà sia il numero degli over 50, sia quello degli stranieri residenti e questi due aspetti faranno il paio con un progressivo spostamento dei più giovani dal Sud al Nord, e dall’Italia all’estero.
Si rende palese l’esigenza di realizzare opere edili “low cost”, o perlomeno con costi più accessibili, tenendo bene a mente il bisogno del nostro Paese di risparmiare suolo e di risanare le aree più degradate delle città, in cui più spesso occorre parlare di ricostruzione, più che di ristrutturazione.
Fonte: https://www.immobiliare.it/news/accesso-alla-casa-un-futuro-sempre-piu-problematico-28643