Pochi giorni fa l’Agenzia delle Entrate ha fornito un chiarimento sul tema dell’accollo di mutuo ipotecario in caso di separazione. In particolare ha chiarito che gli interessi passivi possono essere portati interamente in detrazione dal coniuge che provvederà al pagamento delle rate residue senza bisogno di modificare il contratto stipulato con la banca, ma ciò va indicato in un atto pubblico oppure attraverso una scrittura privata.
Capiamo meglio di che cosa si tratta.
Il caso del contribuente
Il contribuente che si è rivolto alla rivista online ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, FiscoOggi, ha spiegato che in sede di separazione consensuale la sua quota di proprietà dell’abitazione principale è andata alla ex moglie, la quale ha deciso di accollarsi il pagamento delle rate residue del prestito. Sebbene il mutuo risulti ancora cointestato, quindi, è corretto che sia lei a portare in detrazione l’intera quota degli interessi passivi?
Nella sua risposta l’Agenzia delle Entrate, che ha citato la circolare n. 20/2011 del Dipartimento delle Finanze, chiarisce che la detrazione le spetta anche senza una modifica formale al contratto di mutuo, ma a una condizione: “che l’accollo risulti formalizzato in un atto pubblico (per esempio, nell’atto pubblico di trasferimento dell’immobile) o in una scrittura privata autenticata e che le quietanze relative al pagamento degli interessi siano integrate dall’attestazione che l’intero onere è stato sostenuto dal coniuge proprietario anche per la quota riferita all’ex coniuge”.
A quanto ammonta la detrazione
La normativa in vigore riconosce una detrazione di imposta pari al 19% degli interessi passivi e dei relativi oneri accessori derivanti da mutui garantiti da ipoteca su immobili, contratti per l’acquisto dell’unità immobiliare da adibire ad abitazione principale, per un importo non superiore a 4.000 euro.
di Laura Fabbro
Questo post Accollo del mutuo cointestato: che cosa succede per le detrazioni Irpef? é pubblicato da Immobiliare.it.