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Affitti in nero? Chi rischia è solo il proprietario

Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. Inutile negarlo e cercare di nascondersi dietro ad un dito, il mercato degli immobili in affitto ha al suo interno una fetta molto ampia, specialmente in determinate città e in contesti ben specifici, di non dichiarato; il cosiddetto nero.

Più volte i legislatori hanno cercato di attaccare il problema e fare emergere questo grande numero di affitti non dichiarati, ma non tutte le iniziative hanno avuto successo. Forse riuscirà nell’intento una sentenza, quella emessa dalla Suprema Corte lo scorso 11 ottobre e inscritta a registro col numero 20395.

In base a quanto sancito dal documento, che in estrema sintesi va a confermare ciò che era già stato definito con la Legge di Stabilità, se non si provvede a registrare il contratto di affitto l’unico individuo cui sono imputabili le eventuali conseguenze legali è il proprietario dell’immobile e mai ed in alcun modo il soggetto che ha preso in affitto la casa.

Nel caso in cui il padrone di casa abbia preteso il pagamento del canone (in toto o anche solo in parte) senza emettere regolare ricevuta né registrare il contratto, l’inquilino ha diritto, entro sei mesi da quando ha lasciato la casa, a denunciare l’accaduto e ad ottenere la restituzione delle somme pagate in maniera illecita.

Il proprietario che si dovesse comportare in questo modo compie una vera e propria evasione fiscale e, quindi, si espone al rischio di richiesta di risarcimento da parte dello Stato; risarcimento piuttosto oneroso dato che può variare fra il 240% ed il 480% dell’imposta evasa.

 

 

Fonte: https://www.immobiliare.it/news/affitti-in-nero-chi-rischia-e-solo-il-proprietario-28722