L’economia circolare applicata al mercato immobiliare: ecco l’idea alla base del nuovo progetto pilota milanese battezzato Circular Housing, che si propone di sviluppare ulteriormente il concetto di casa ecologica nella vita in città di tutti i giorni. Vediamo di cosa si tratta.
Un’idea per ridurre l’impatto ambientale
Un’iniziativa dal carattere green sviluppata da Redo Sgr, con la collaborazione di diversi partner, che nella sua versione pilota riguarderà i quartieri milanesi di social housing di Affori e Crescenzago. Le basi si cui poggia il Circular Housing Project si possono riassumere in modo piuttosto semplice: ogni trasloco, in media genera oltre 1 tonnellata di rifiuti, in molti casi di difficile smaltimento. Cosa farne dunque? Rimetterli in circolo, ricondizionandoli, e assicurando così una riduzione di quasi la metà dell’impatto ambientale per ogni cittadino (300 Kg Co2eq/ anno contro i 600 Kg Co2eq/ anno). Numeri importanti che, secondo le previsioni, in dieci anni potrebbero arrivare a raggiungere la quantità di Co2eq assorbita in un anno da un bosco di 8.400 kmq, estensione che corrisponde più o meno alla superficie dell’Umbria.
Nei fatti gli inquilini potranno utilizzare mobili ed elettrodomestici di alta qualità, indipendentemente dalla durata del contratto di locazione. Allo scadere di questo, infatti, gli apparecchi e l’arredo potranno essere recuperati e ricondizionati, grazie al loro uso da parte dei successivi inquilini, portando un risparmio anche sui costi di trasloco. Tutte le fasi del processo saranno controllate e gestite in maniera accurata, in modo da monitorare costantemente l’impatto ambientale e il risparmio in questi termini.
Attualmente il progetto è in fase di studio, si stanno approfondendo le esigenze dei futuri inquilini e la messa a punto dei successivi step di sviluppo.
di Francesca Lauritano
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