Lo scorso 2 dicembre è uscito il nuovo libro dell’architetto, studioso e professore universitario Fulvio Irace, edito da 24 Ore Cultura.
Il volume dal titolo Milano Moderna. Architettura, arte e città 1947-2021 rappresenta la versione attualizzata e allargata dell’omonimo testo Milano Moderna, scritto dallo stesso autore.
Pubblicato nel 1996 a cura di Federico Motta Editore, grazie anche all’entusiasmo collaborativo di Enrico Baleri, la prima versione dell’opera suscitò un grande interesse da parte degli appassionati, al punto da diventare introvabile.
Tra ambiguità e tradizione
Milano Moderna è il racconto, testuale e visivo, della storia e dell’evoluzione architettonica di Milano, dal secondo dopoguerra alle più recenti imprese urbanistiche come CityLife e Varesine.
Già nel ’96, Irace aveva intrapreso un percorso d’indagine sull’architettura della ricostruzione nella Milano del periodo postbellico, con approccio critico ed ermeneutico.
Oggi il file rouge del nuovo volume è il concetto di modernità, visto dallo stesso autore come arma a doppio taglio; da un lato l’idea socialmente diffusa di bellezza, dove nuovo è sinonimo di audace, dall’altro, in una Milano alla continua ricerca di standard sempre più elevati da raggiungere e superare, la consapevolezza che si tratta di una condizione effimera, un senso di appagamento transitorio fino alla prossima moda d’oltreoceano.
Ma quanto possono influire le opere moderne sull’identità di una città?
È la domanda che l’autore pone al suo lettore durante tutto il percorso narrativo che racconta, grazie anche alle immagini di maestri come Basilico e Rosselli e di talenti contemporanei quali Introini, Romano e Silva, le trasformazioni che hanno caratterizzato la nascita della Milano così come la conosciamo oggi, tra edifici trasparenti e boschi verticali.
Un’incoraggiamento alla riflessione, quindi, lungo 7 capitoli.
Dal dopoguerra ai giorni nostri
Il lavoro dell’autore si è concentrato sulla contrapposizione tra i grandi professionisti del Dopoguerra e le nuove star dell’architettura internazionale.
Cultura, storia e tradizione si incontrano e si scontrano con idee innovative e visionarie, in un viaggio illustrato di 240 pagine.
Dai bombardamenti del ’43 all’Unità d’Italia, dalla costruzione della Galleria Vittorio Emanuele all’invenzione del “condominio milanese” (nuovo modo di abitare borghese), fino ad arrivare all’Expo 2015, ogni traguardo storico-culturale racconta l’ossessione della modernità, motore di tutte le trasformazioni della città di Milano.
A ogni decennio il proprio Maestro. Così il libro ricorda il periodo ’50-‘60 con Moretti e Asnago & Vender, gli anni di piombo con Aymonino e Gallaratese e la modernità dei “costumi semplificati” di Gio Ponti, nel periodo tra i Settanta e gli Ottanta.
Infine, un quadro attuale della “Milano modernissima”, dove arte e architettura della ricostruzione si fondono nelle opere di nomi come Fontana, Somaini e Pomodoro.
di Ludovica Russotti
Questo post Architettura e modernità, il paradosso della nuova Milano tra urbanizzazione e identità storica é pubblicato da Immobiliare.it.