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Barometro Crif: meno prestiti alle imprese, ma importi più alti

Nel 2021 le richieste di credito da parte delle imprese sono diminuite del 14,5% rispetto al 2020, mentre l’importo medio è salito di quasi il 30% attestandosi su circa 105mila euro: è quanto emerge dal tradizionale barometro Crif, che spiega questi numeri con una ripresa, seppure graduale, della nostra economia. Vediamo perché.

Credito alle imprese: nel 2021 sono calate le domande

Nel 2021 sia le società di capitali sia le imprese individuali si sono rivolte molto di meno alle banche rispetto all’anno precedente: le prime hanno registrato un calo del -7,5%, le seconde addirittura del -25,3%. In media ci si avvicina ai numeri pre pandemici, seppure nel confronto con il 2019 il saldo resti comunque positivo (+5,9%).

Interessante è anche analizzare l’importo medio richiesto, che anche in questo caso vede allineate le ditte individuali e le società di capitali: entrambe si sono rivolte agli istituti di credito per chiedere prestiti più elevati rispetto al 2020, rispettivamente del +27,3% (38.464 euro) e del 24% (139.846 euro).

Crif: segnali di ripresa economica

In che modo dobbiamo interpretare i dati che abbiamo appena visto? Secondo Crif sono indice di una graduale ripresa dell’economia. Nel 2020, infatti, il clima di incertezza globale si era riflesso sull’atteggiamento delle imprese italiane, che erano ricorse in modo massiccio alle banche, ma per chiedere prestiti di valore più basso.

Ecco il commento di Maurizio Liuti, Direttore Corporate Communication di Crif: “L’analisi dell’andamento delle richieste di credito presentate dalle imprese italiane nel corso del 2021 ha visto un progressivo riallineamento sui livelli pre-Covid. Nello specifico, dopo un 2020 in cui le imprese avevano fortemente accentuato la richiesta di finanziamenti rivolgendosi a più Istituti di credito per raccogliere le risorse necessarie a sostenere l’attività corrente compensando il crollo dei flussi di cassa, negli ultimi trimestri la situazione è andata via via normalizzandosi. Al contempo è aumentato in modo significativo l’importo medio dei finanziamenti, a dimostrazione di come le imprese abbiano sentito meno l’esigenza di frazionare le richieste privilegiando invece il rapporto con gli istituti di riferimento.

di Laura Fabbro

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