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Bonus edilizi: fino a 5 anni e 100mila euro di multa per chi dichiara il falso in asseverazione

La Commissione Bilancio del Senato ha bocciato le richieste avanzate a gran voce da professionisti del mondo dei lavori edili e forze politiche riguardanti gli emendamenti che avrebbero modificato diversi commi del decreto Sostegni ter.

Nulla da fare, quindi, per le sanzioni a carico degli asseveratori: rimangono invariati gli importi delle multe e i termini di reclusione. Confermati, invece, i massimali delle assicurazioni e le condizioni per la cessione del credito, così come la modalità di revisione dei prezzi contro il rincaro delle materie prime. Slitta al 29 aprile il termine per la comunicazione all’Agenzia delle Entrate dello sconto in fattura e la scelta della cessione del credito.

Sanzioni e condizioni: chi può accedere ai bonus edilizi e cosa rischia in caso di informazioni mendaci

In attesa che il disegno di legge venga approvato alla Camera, la Commissione Bilancio del Senato ha confermato l’ingenza delle sanzioni per tutti i tecnici che non rispondano ai requisiti indicati dall’Agenzia delle Entrate per una corretta erogazione delle opere di ristrutturazione. Un vero e proprio attentato ai furbetti dei bonus che, in caso dell’inserimento di dichiarazioni false riguardo i requisiti tecnici del progetto, dell’omissione di informazioni fondamentali o della rimodulazione dei documenti che attestino le spese degli interventi da sostenere o sostenuti, rischiano da 2 a 5 anni di reclusione e una multa che va da 50mila a 100mila euro.

A nulla sono servite le richieste di abbassare il tetto della sanzione economica da 10 a 50mila euro, né tantomeno quelle riguardanti l’eliminazione della condizione detentoria; ogni tecnico, però, potrà avvalersi di tante polizze assicurative quante sono le attività di ristrutturazione in cui è coinvolto, con massimale pari agli importi degli interventi oggetto di certificazioni a copertura della responsabilità civile.

Allo stesso modo, la Commissione ha confermato il requisito dell’obbligo di contratto collettivo per l’ottenimento dei bonus edilizi: tutte le opere edilizie del valore superiore a 70mila euro potranno accedere ai bonus solo nel caso in cui, il datore di lavoro, abbia applicato uno dei contratti collettivi, nazionali o territoriali, previsti per il settore edile. La norma coinvolge buona parte dei lavori attualmente in essere, dalle costruzioni ex novo alle demolizioni, dalla trasformazione o lo smantellamento di opere fisse, agli scavi e le operazioni che coinvolgono unità prefabbricate.

Cessione del credito: tre passaggi e proroga al 29 aprile

Sono stati gli esponenti del Movimento 5 Stelle che avrebbero chiesto lo slittamento del termine per la presentazione della scelta della cessione del credito e la dichiarazione dello sconto in fattura, anche a fronte di tutti i cambi normativi degli ultimi 3 mesi.
Una battaglia, quella dei pentastellati insieme a tutti gli operatori del settore, che ha portato anche all’accettazione, da parte del Governo, dell’emendamento sull’aumento del numero di passaggi del credito: da uno a 3, dunque, ma con condizioni ben definite per non abbandonare la lotta alle frodi iniziata con il primo dietrofront del Senato all’iniziale assenza di limiti in essere dal 2020.
Il credito potrà essere ceduto (dal secondo passaggio in poi) solo a banche, società appartenenti ai gruppi bancari, imprese di assicurazione che operano sul territorio italiano e intermediari finanziari e comunque la cessione dovrà essere considerata in modo totale e identificata tramite codice univoco.

di Ludovica Russotti

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