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Bonus idrico: l’incentivo per ridurre i consumi di acqua in casa

Ridurre il proprio impatto sull’ambiente significa anche utilizzare meno acqua. E soprattutto evitare di sprecarne. Ci viene così in aiuto un nuovo incentivo fiscale: il bonus idrico, finalizzato proprio a un risparmio sui consumi domestici.

Come funziona Bonus risparmio idrico

Il valore massimo che si può richiedere attraverso il Bonus idrico è di 1.000 euro e potrà essere destinato all’acquisto di rubinetterie, soffioni e colonne doccia moderni e a portata ridotta per sostituirli agli attuali. Sarà valido inoltre per l’installazione di nuovi vasi sanitari (cioè di water) con un volume massimo di scarico non superiore ai 6 litri.

Il Bonus, inoltre, non copre solo le spese sostenute per sanitari e rubinetteria, ma anche i costi per la manodopera idraulica e muraria, oltre che gli oneri di smontaggio e dismissione dei sanitari da cambiare.

Come richiedere il bonus

Attualmente non ci sono ancora indicazioni precise in merito alla procedura da seguire per richiedere il Bonus Idrico.

In merito a questo tema, lo stesso sito dell’Agenzia dell’Entrate riporta un breve messaggio, secondo cui “le modalità per ottenere il bonus saranno definite da un decreto del Ministro dell’ambiente entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di bilancio 2021”.

Quanto si risparmia con sanitari e rubinetti efficienti

Uno studio di Confindustria Ceramica e Cresme, il Centro ricerche di mercato per chi opera nel mondo dell’edilizia, ha provato a calcolare a quanto ammonterebbe il risparmio idrico se tutti i cittadini acquistassero sanitari e rubinetterie più efficienti.

In casa, il 30% del consumo medio di acqua è legato proprio all’uso dello sciacquone. Tradotto in altri numeri, si parla di circa 250 litri di acqua al giorno. Tenendo conto che sono oltre 57 milioni i vasi in esercizio, in Italia in un anno vengono quindi consumati 1,4 miliardi di metri cubi di acqua per un costo di 2,4 miliardi di euro.

I sanitari che andrebbero sostituiti, cioè tutti quelli risalenti a prima del 1990, sono circa la metà del totale. Se tutti venissero rinnovati, la riduzione dei consumi di acqua corrisponderebbe a 414 milioni di metri cubi all’anno. E si tradurrebbe anche in un risparmio di 665 milioni di euro, che resterebbero nelle tasche dei cittadini.

di Giulia Dallagiovanna

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