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Caro-bollette. In arrivo un nuovo decreto

Non c’è due senza tre. Dopo il Decreto Aiuti-bis, il governo è di nuovo al lavoro per varare un ulteriore provvedimento atto a limitare il caro bollette e carburanti e volto a scongiurare ulteriori difficoltà economiche a famiglie e imprese.

Il piano di contenimento dei consumi dovrebbe passare anche attraverso un nuovo decreto, scritto sulla falsa riga del precedete Decreto Aiuti bis, con cui si punta ad alleggerire ancora il caro bollette.

Le richieste bipartisan dei partiti, si scontrano con il tema delle coperture finanziarie, sulle quali in queste ore, sono al lavoro i tecnici per comprendere le reali possibilità di manovra, recependo le diverse proposte avanzate dalle forze politiche.

Le nuove misure allo studio

Analizziamo alcune misure che potrebbero rientrare nel nuovo pacchetto di aiuti famiglie-imprese.

Nuovo intervento sulle bollette

Con molta certezza, sarà previsto un nuovo intervento sulle bollette a favore di famiglie e imprese tramite un potenziamento del meccanismo di pagamento a rate delle bollette estendendolo fino ad un massimo di 10 rate (rispetto all’attuale decreto che prevede un massimo di tre rate).

Si valuta l’ipotesi di una ulteriormente estensione del limite ISEE che consente di ottenere il bonus bollette: tale intervento, però non è ancora stato confermato in quanto peserebbe molto sulle casse dello Stato.


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Prezzi calmierati per le imprese

Per le imprese che consumano molta energia, è allo studio la possibilità di fornire a prezzi calmierati l’energia prodotta da fonti rinnovabili e il gas prodotto in Italia.

Cassa integrazione gratuita

Il Governo sta ipotizzando la possibilità di introdurre un pacchetto di settimane gratuite di cassa integrazione per le imprese costrette a fermare la produzione o a ridurre gli orari di lavoro a causa del caro bollette.

Credito di imposta

Potrebbe essere rivisto anche il credito di imposta sui maggiori costi delle bollette: è allo studio un aumento delle aliquote, un’estensione del credito anche agli esercizi commerciali, e la proroga al quarto trimestre dell’anno.

Taglio accise

Anche i carburanti saranno oggetto del nuovo provvedimento. Dovrebbe essere confermato il taglio delle accise su benzina e diesel, attualmente in scadenza al 20 settembre 2022. Tale misura costa allo Stato più di un miliardo di euro al mese.

No allo scostamento di bilancio

Sul caro energia, è intervenuto lapidario Draghi che ha subito rispedito al mittente alcune richieste avanzate dai partiti del centro-destra che chiedevano uno scostamento di bilancio per far fronte al rialzo dei costi dei consumi energetici.

A fargli eco è intervenuto anche l’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti che ha precisato che “con l’inflazione e la speculazione in netta ripresa sarebbe una misura molto rischiosa. C’è il pericolo di una recessione, con rilevanti conseguenze sociali e politiche“.

I conti non tornano

La prudenza avanzata dall’attuale Governo Draghi, si basa anche dal mancato incasso dell’imposta sugli extra-utili delle società energetiche dovevano versare allo Stato, che doveva aggirarsi sui 10 miliardi: invece, ne è stato incassato solo uno.

Nelle stime, il Tesoro, aveva previsto di incassare un acconto a giugno pari a 4,2 miliardi: se n’è incassato soltanto uno, ne mancano più di 9 dei 10,5 stimati.

Draghi si dice pronto ad intervenire ulteriormente con una stretta sulle sanzioni per per indurre le aziende a pagare.

I soldi eventualmente recuperati confluirebbero automaticamente nel nuovo intervento di emergenza per rafforzare i crediti d’imposta alle aziende, gli sconti sulle bollette, e prorogare il taglio delle accise sulla benzina.

Insomma, bisogna trovare circa altri 15 miliardi per tamponare questa emergenza che rischia di portare sul lastrico famiglie ed imprese.

Si muove anche l’Europa

Se l’Italia cerca di correre ai ripari, sul fronte europeo si stanno pianificando misure urgenti per ridurre l’impennata del costo dell’energia elettrica.

Questo è quanto annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen che ha anticipato che si sta lavorando ad “un intervento di emergenza e a una riforma strutturale del mercato dell’energia elettrica“.

Intanto il 9 settembre prossimo è stato convocato il Consiglio straordinario dei ministri europei dell’energia. Questo è quanto annunciato dal Ministro Josef Sikela della Repubblica Ceca, presidente di turno del semestre Ue.

Verso un tetto al prezzo del gas

Ma prima del 9 settembre, si terrà mercoledì 7 settembre a Bruxelles, un incontro a livello tecnico sulle possibili misure – tra cui l’introduzione di un tetto al prezzo del gas importato (price cap) – a cui parteciperà anche una task force italiana.

Secondo quanto trapelato dagli organi di stampa, si apprende che la Commissione è determinata a procedere “con urgenza” il lavoro di studio sulla fattibilità del tetto temporaneo al prezzo del gas, all’interno della cornice G7.

L’esecutivo comunitario ha ricevuto il mandato politico dai leader dell’Ue per “esplorare tutte le misure possibili per affrontare l’urgenza dei prezzi alti”, compresa l’introduzione del price cap sul gas importato. Per raggiungere questo obiettivo ci dovrà esserci l’accordo con i partner internazionali per non rendere la misura svantaggiosa per gli Stati membri.

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