Si definisce casa unifamiliare un immobile dotato di ingresso indipendente, solitamente provvisto di un giardino, destinato ad abitazione per un solo nucleo familiare. Generalmente, è una tipologia che si trova meno in città o in aree densamente abitate, e più in provincia: qui, infatti, è maggiore la disponibilità di terreno che tale soluzione abitativa richiede. In questa guida entriamo nel merito di questa tipologia immobiliare.
Casa unifamiliare: caratteristiche
La casa unifamiliare si costituisce di un immobile all’interno di un terreno corredato da porzioni di verde a uso dell’abitazione. Può svilupparsi su uno o più livelli: la configurazione più diffusa è quella a due livelli, più un eventuale livello interrato o seminterrato destinato a garage, spazi di servizio o comunque raramente abitabili. Generalmente, gli ambienti della zona notte sono orientati tra est e sud, mentre la attività diurne tra nord e ovest. Nella tipologia isolata, la casa unifamiliare è caratterizzata da accessi indipendenti che affacciano direttamente sul fronte stradale, ampio spazio verde di pertinenza aperto (sul fronte e sul retro dell’abitazione), spazi di sosta per l’auto.
Casa unifamiliare: architettura
Si diceva che la casa unifamiliare può svilupparsi su uno o più livelli. Quando la pianta di una casa unifamiliare è distribuita su un solo piano, elemento centrale è il living o zona giorno: attorno a questo spazio si sviluppano gli altri ambienti; generalmente, da un lato c’è la zona notte con le stanze da bagno, e dall’altro la cucina e servizi.
Nella casa unifamiliare a due piani, invece, la zona notte (intesa come camera padronale, la stanza da letto più grande) è collocata al piano superiore ed è collegata da una scala interna al piano terra, dove sono il soggiorno e la cucina. Possono tuttavia essere presenti altri ambienti destinati a camera nei piani inferiori. Esiste anche una tipologia intermedia, che prevede la presenza di un soggiorno a doppia altezza, tra i servizi al piano inferiore e la zona notte al piano superiore.
Qual è la differenza tra casa unifamiliare e plurifamiliare
La differenza tra abitazioni unifamiliari e plurifamiliari è facilmente intuibile. Le abitazioni unifamiliari sono ville uniche e singole, ossia comprendenti un solo nucleo abitativo: sono diffuse per lo più nelle zone rurali, periferiche o nella provincia, raramente in città; quando case del genere si trovano in contesto urbano sono, generalmente, abitazioni di pregio. Le unità abitative plurifamiliari, invece, ricorrono spesso anche in città: nascono dalla scelta dei proprietari di frazionare e, quindi, vendere o affittare la casa – in origine unifamiliare – a più famiglie.
Differenza tra casa unifamiliare e villa
Non bisogna confondere la casa unifamiliare con la villa. Da definizione, si definisce villa, o villetta, “un edificio unifamiliare riferito a un’unica unità immobiliare di proprietà esclusiva, funzionalmente indipendente, che disponga di uno o giù accessi autonomi dall’esterno e destinato all’abitazione di un singolo nucleo familiare. Una unità immobiliare può ritenersi «funzionalmente indipendente» qualora sia dotata di installazioni o manufatti di qualunque genere, quali impianti per l’acqua, per il gas, per l’energia elettrica, per il riscaldamento di proprietà esclusiva (ad uso/ autonomo esclusivo) e la presenza di un «accesso autonomo dall’esterno», presuppone che l’unità immobiliare disponga di un accesso indipendente non comune ad altre unità immobiliari, chiuso da cancello o portone d’ingresso che consenta l’accesso dalla strada o da cortile o giardino di proprietà esclusiva”. In una villa, quindi, per definizione, il fabbricato è fisicamente disgiunto dal resto delle unità.
Casa unifamiliare: Superbonus prorogato nel 2022
Programmare degli interventi di riqualificazione energetica in una casa unifamiliare è decisamente più semplice che effettuarli in condominio: i vincoli sono meno, come anche le difficoltà provenienti dall’approvazione di un intervento in condominio. A oggi le case unifamiliari sono oggetto delle agevolazioni del Superbonus 110%, a condizione che sia rispettata una percentuale minima (30%) sullo stato di avanzamento dei lavori entro il mese di giugno del 2022. Recentemente, però, il governo sta valutando di allungare i termini fino a fine anno o, almeno fino al 31 ottobre 2022.
Rientrano nel Superbonus i lavori per l’isolamento termico dell’involucro edilizio e il miglioramento dell’impianto di riscaldamento. Realizzando queste tipologie di interventi, detti “trainanti”, sarà possibile usufruire delle detrazioni anche per lavori secondari, come la sostituzione dei vecchi infissi o l’installazione di un impianto fotovoltaico. Ma il Superbonus non vale solo per la riqualificazione energetica: agevola anche interventi di miglioramento e adeguamento sismico della struttura.
di Aurora Tamigio
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