Sono numerosi i piccoli borghi italiani che nel corso degli ultimi decenni hanno subito un progressivo e inesorabile spopolamento, unito all’abbandono di case e abitazioni. Così l’iniziativa ormai collaudata delle case a 1 euro, volta a fermare proprio il declino dei centro più isolati, trova di volta in volta nuove adesioni da parte dei Comuni di tutta la penisola.
È il caso, recentissimo, di Pignone: questo paese di poco più di 500 abitanti si trova nella provincia di La Spezia, in Liguria e il suo territorio fa parte del Parco naturale regionale di Montemarcello-Magra-Vara.
Il progetto di Pignone
Da pochi giorni, sul sito ufficiale del Comune, è stato annunciato che è ormai partita la prima fase del progetto delle case a 1 euro, che prevede “l’acquisizione della disponibilità da parte dei proprietari alla cessione a prezzo simbolico di edifici siti nel Comune”. In altre parole, chi possiede un immobile inutilizzato potrà cederlo e liberarsi degli impegni fiscali previsti (come il pagamento dell’IMU, per esempio, nel caso di tutte le cosiddette seconde case).
Successivamente sarà redatto l’elenco delle unità ammesse all’iniziativa e le relative schede saranno consultabili sul sito del Comune.
Come terzo e ultimo passaggio prima dell’effettiva assegnazione delle case, sarà pubblicato l’avviso rivolto agli aspiranti acquirenti, elaborato sulla base dei criteri stabiliti nel Regolamento comunale.
Le case a 1 euro nel resto d’Italia
Come già accennato, il caso del Comune di Pignone non è che l’ultimo in ordine cronologico di una lista abbastanza nutrita di piccoli centri che aderiscono all’iniziativa delle case a 1 euro.
Altri paesi, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, passando per la Puglia o la Calabria, hanno già avviato progetti analoghi e maggiori dettagli sono sempre disponibili in questo approfondimento.
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