Di norma, all’interno di un condominio le spese relative a luce, acqua e gas sono ripartite in base ai consumi effettivi di ogni unità abitativa. Ci sono però due casi in cui possono essere adottati criteri diversi: il primo quando lo stabilisce il regolamento condominiale (o una sua modifica approvata all’unanimità) e il secondo quando le abitazioni non possiedano contatori in grado di registrate l’effettivo consumo. Ma come la mettiamo, invece, con i consumi idrici in eccesso?
Ripartizione spese per eccedenza acqua
Mettiamo che il contatore centrale rilevi un consumo superiore a quello pagato dai singoli condomini, magari a causa di una perdita o di un guasto tecnico: come si suddividono le spese? La differenza tra il valore misurato dal contatore condominiale e i valori registrati dai contatori nelle abitazioni è detta appunto “eccedenza idrica”. È un’eventualità che si verifica con una certa frequenza, ma che non è regolamentata dal codice civile: spetta pertanto all’assemblea decidere in merito.
In base ai millesimi o ai consumi
Anche per l’eccedenza idrica, come per tutti i casi relativi alle parti comuni di un condominio, il parametro normalmente utilizzato è quello dei millesimi: le spese in più verranno dunque equamente divise in base alle quote di proprietà. Solo previa assemblea si possono adottare criteri diversi come la suddivisione delle spese in proporzione ai consumi registrati, ma non in base al numero di inquilini per unità abitativa (in quanto tale criterio è stato bocciato dalla giurisprudenza).
di Laura Fabbro
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