A tracciare un nuovo quadro sull’impatto della pandemia su fiducia, prospettive e consumi e delle famiglie italiane è il rapporto Confcommercio-Censis. Emerge uno scenario complesso, in cui:
- cresce la fiducia nel prossimo futuro ma i pessimisti continuano a prevalere sugli ottimisti;
- crollano i consumi (1.831 euro pro capite nel 2020) e aumentano i risparmi (82 miliardi nello scorso anno) a causa dell’incertezza e della perdita di reddito;
- 1 italiano su 5 preferisce rinunciare alle vacanze 2021, più per mancanza di risorse economiche che per la paura dei contagi; e si prediligono le spese per aumentare il comfort in casa, puntando su prodotti e servizi tecnologici.
Spese per la casa e prodotti tech: un driver per la ripartenza
Il 20% degli intervistati del rapporto Confcommercio-Censis dichiara che non andrà in vacanza nel 2021: una quota che fortunatamente si abbassa rispetto allo stesso periodo del 2020 (quando coloro che avevano rinunciato erano quasi il 30%), ma su cui pesano la mancanza di risorse economiche e la prospettiva di certezze occupazionali nel medio periodo.
È invece sui consumi legati al mondo della casa che si vede un possibile driver per la ripresa. Per quanto riguarda i beni, si prevede un incremento della dotazione familiare di tecnologia – per necessità verosimilmente legate allo smart working.
Come riporta la rilevazione, “in generale sembra esserci una riscoperta dell’abitazione come luogo che produce benessere e, complici anche i diversi incentivi alle ristrutturazioni e alle manutenzioni straordinarie, un po’ tutta la casa potrebbe essere interessata da una crescita della spesa per consumi”.
% di Sì – Prevedo di effettuare nuovi acquisti/spese [*] | mar. 2019 | apr. 2020 | apr. 2021 |
Prodotti tecnologici | 29,9 | 30,9 | 32,9 |
Elettrodomestici / Mobili per la casa | 29,6 | 24,5 | 31,0 |
Ristrutturazione abitazione | 26,5 | 19,5 | 28,2 |
Emergenza Covid, le azioni intraprese sul fronte domestico
Sospensione di rate dei mutui, affitti e bollette delle utenze: è questo l’altro versante su cui hanno agito le famiglie italiane incalzate dagli effetti della pandemia.
Come rilevano Confcommercio-Censis: “ci sono i comportamenti dettati dalla necessità derivante da restrizioni di reddito, ma sono percentuali perfettamente coerenti con quella frazione di famiglie, presumibilmente a basso reddito, afferenti l’area del lavoro indipendente più colpito dalle restrizioni: ed è proprio qui che si è fatto ricorso alla sospensione del pagamento delle rate del mutuo o delle bollette o che si è provato a ottenere un prestito per motivi di liquidità. Percentuali che, a nostro avviso, vanno sempre lette alla luce del concetto che la pandemia ha colpito in modo fortemente eterogeneo e i suoi danni sono stati concentrati su alcuni settori e su alcune categorie”.
[*] Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio su dati Osservatorio Confcommercio-Censis (Outlook Italia, maggio 2021)
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