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Copertura verde degli edifici: riduce la temperatura e i consumi, lo dice Enea

La copertura di tetti e pareti degli edifici tramite piante, una sorta di cappotto verde, grazie alla traspirazione dello strato vegetale posto a protezione dalla radiazione solare è in grado di abbattere quasi del 50% il flusso termico e di ridurre la temperatura interna in estate fino a 3 gradi.

Il dati emersi dal progetto ENEA

È quanto emerge dal progetto ENEA “Infrastrutture verdi per migliorare l’efficienza energetica degli edifici e la qualità del microclima nelle aree urbane”, finanziato nell’ambito dell’Accordo di Programma per la Ricerca di Sistema Elettrico 2019-2021 del Ministero dello Sviluppo Economico e oggi facente parte del Ministero della Transizione Ecologica.

La copertura vegetale agisce come isolante termico, e gli effetti maggiori si hanno nel periodo della primavera e dell’estate, quando le piante agiscono come estrattore naturale di calore dall’ambiente: l’effetto di regolazione termica è dovuto all’ombreggiamento estivo, all’evapotraspirazione e alla fotosintesi clorofilliana delle piante.

Per giungere a queste conclusioni è stato realizzato un edificio prototipo presso il Centro Ricerche ENEA Casaccia, vicino Roma, dotato di un sofisticato sistema di sensori per il monitoraggio microclimatico: i dati raccolti hanno dimostrato che la copertura vegetale di tetto e pareti esterne evita le forti variazioni termiche delle superfici, che nelle ore più calde possono raggiungere anche i 50 gradi, e mantiene le temperature superficiali al di sotto dei 30 gradi.

Inoltre, ciò permetterebbe una riduzione dei consumi elettrici di circa 2 kWh/m² e quindi un risparmio di energia elettrica di circa 200 kWh per la climatizzazione estiva di un’abitazione di 100 metri quadri.


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I vantaggi del verde nelle città

Per quanto riguarda le città, l’inverdimento del 35% della superficie urbana dell’Unione europea, pari a oltre 26.000 mila km quadrati, permetterebbe una forte riduzione di consumi energetici estivi destinati al raffrescamento di edifici pubblici, residenziali e commerciali fino a 364 miliardi di euro, dato che la climatizzazione estiva rappresenta circa il 30% dei consumi complessivi, e parallelamente eviterebbe emissioni di gas serra equivalenti a 55,8 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.

Da questi dati emerge quindi la necessità di intervenire sulle aree urbane al più presto, in modo da mettere in atto interventi e iniziative utili per contrastare gli effetti negativi del riscaldamento globale, quali l’eccesso di consumi di energia fossile, le isole e le ondate di calore sempre più frequenti nei mesi estivi, l’effetto isola di calore in città, l’inquinamento ambientale e la perdita di biodiversità.

L’aumento del verde nelle aree urbane e le coperture verdi sono in grado infatti anche di migliorare la qualità dell’aria, mitigando la presenza degli inquinanti atmosferici come ozono e particolato PM10 e assorbendo i composti organici volatili come benzene, toluene, etilene e xileni, i più presenti nell’ambiente urbano.

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