Il mercato europeo dell’energia è di nuovo in crisi: tra le tribolazioni in Francia con il nucleare, le tensioni tra Russia e Ucraina e il petrolio Brent al picco massimo, i costi di prezzi di elettricità, gas e petrolio sono in decisa crescita.
La crisi energetica in Francia
La società francese Edf ha annunciato che ci vogliono sei mesi e trecento milioni di euro in più per mettere in funzione la centrale nucleare di Flamanville, in Bretagna: le motivazioni sono da cercare in alcuni interventi da effettuare sugli impianti, insieme a problemi organizzativi e di personale legati all’emergenza pandemica.
Flamanville è stata avviata nel 2007, pensando di concluderla in 4 o 5 anni, mentre a oggi la data di messa in esercizio slitta al 2023. In tutto sono 21 le centrali nucleari francesi in crisi e il Paese, da esportatore di energia, è diventato importatore.
Gas e petrolio: prezzi in crescita
Intanto proseguono le tensioni tra Russia e Ucraina e la crisi del gas si fa sentire: i dati riportano che, tra il 16 dicembre e il 16 gennaio 2022, le scorte sono scese quasi ogni giorno tra lo 0,3% e lo 0,8%. L’Europa ha consumato più gas di quanto non ne sia riuscita a importare. Il prezzo del gas sul mercato italiano è tornato su livelli record: oltre i 90 euro al MWh.
Anche il petrolio Brent del Mare del Nord si avvicina al picco massimo toccato negli ultimi 7 anni: 86,3 dollari, +0,33%. E si prevede che il prezzo del petrolio crescerà ancora nelle prossime settimane. Se il prezzo di benzina e diesel seguirà quello di Brent, si vedranno presto gli effetti sulle tasche dei cittadini.
di Aurora Tamigio
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