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Gli immobili commerciali ripartono con lentezza

Ripartenza difficile per il mercato immobiliare commerciale dopo l’emergenza Covid-19; durante il periodo di lockdown infatti il comparto ha registrato una vera e propria battuta d’arresto, che ha interessato in particolare i centri commerciali.

Perdite considerevoli nella prima parte del 2020

Momento di grande incertezza per i centri commerciali della nostra penisola, stando a quanto rilevato da Cbre che ha analizzato le performance di un campione di 40 centri del nostro paese. Durante la fase 1 ben l’82% dei negozi è rimasto chiuso, per una perdita generale di 3 clienti su 4 rispetto a un anno fa. Situazione in leggero miglioramento a seguito delle riaperture del 18 maggio che hanno visto le presenze attestarsi al 62,5% nella prima settimana rispetto a quanto era stato segnalato nel medesimo periodo del 2019, dato salito al 72,3% nella settimana successiva. Incoraggianti i dati sul fronte della spesa media di ogni visitatore che risulta gradualmente in aumento.

La ripresa dei centri commerciali si differenzia molto a livello geografico e si ricollega strettamente alla diffusione della pandemia: le regioni del nord ovest registrano performance meno vivaci, contro dati più positivi per il nord est, il sud e il centro Italia.

Cosa cercano oggi i clienti

Secondo quanto messo in luce da Cbre è cambiato l’approccio a questi luoghi: gli italiani ora vanno al centro commerciale per finalizzare acquisti, non più per passeggiare e passare il tempo. Si evidenzia un atteggiamento di maggiore cautela, con la tendenza ad evitare quanto più possibile luoghi affollati e la preferenza per aree ampie e con spazi verdi. Questa dinamica è confermata dalle performance dei vari centri, che vedono una migliore ripresa dei centri di piccole dimensioni piuttosto che quelli grandi. Quali scelte di business si possono prendere per rendere più appetibili questi luoghi? Cbre ha sottoposto questa domanda ad alcuni frequentatori dei centri commerciali. Ne è emerso che il 75% desidererebbe maggiori sconti, mentre il restante 25% si divide tra la volontà di avere maggiori attività dedicate ai più piccoli e iniziative all’aria aperta.

di Francesca Lauritano

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