Negli ultimi quattro mesi abbiamo scoperto una modalità di lavoro che in Italia non era ancora molto diffusa: lo smart working. E oggi sembriamo esserne già stanchi. Secondo un sondaggio di GlobalWebIndex, il 42% degli intervistati non aveva più alcuna intenzione di continuare a trascorrere intere giornate in casa e iniziava a desiderare un ritorno negli uffici. A patto, naturalmente, di trovare ambienti sicuri e adeguati alla situazione straordinaria che stiamo vivendo. Quindi la domanda è: come saranno i luoghi di lavoro nell’era Covid-19?
La parola d’ordine resta “distanziamento” e quindi più spazio tra le scrivanie, ma anche sale riunioni e conferenze con un numero minore di postazioni. E soprattutto, potremmo assistere alla scomparsa di un modello che stavamo imparando a conoscere proprio negli ultimi anni: l’open-space. Gli ambienti aperti e condivisi con tutti i colleghi potrebbero infatti lasciare spazio a uffici privati o a quei cubicoli anni ’80 che creavano una separazione all’interno di un’unica stanza, dando anche l’idea di maggiore privacy.
Potrebbero comparire dei plexiglas a fungere da divisori, ma al momento vengono richiesti solo quelli che potranno un giorno essere rimossi. Altra possibilità è un pannello fonoassorbente tra scrivanie disposte a scacchiera lunghe almeno 80 centimetri per aiutare a rispettare le distanze.
Ancora per quale tempo saranno obbligatori l’igienizzazione e la sanificazione di sedie e tavoli alla fine di ogni giornata di lavoro, ma anche un termoscanner all’ingresso per la misurazione delle febbre, sistemi touchless per i distributori automatici di cibo e bevande, servizi igienici con gel idroalcolico e app per monitorare la situazione dei contagi all’interno dell’azienda.
Ma tutti questi accorgimenti hanno il sapore di misure temporanee. L’ufficio potrebbe non rivestire più la centralità di prima e il lavoro da remoto potrebbe guadagnarsi un po’ di spazio in più, ma servirà sempre un luogo che aiuti a creare un senso di appartenenza e condivisione, per veicolare l’idea che si è tutti parte di un unico team. L’unica vera rivoluzione potrebbe riguardare i cappotti degli edifici, dove verranno inseriti sistemi che permettano il controllo degli agenti patogeni e saranno rivestiti con materiali antibatterici e mangiasmog, come il biossido di titanio.
di Giulia Dallagiovanna
Questo post Gli uffici nell’era Covid: materiali antibatterici e distanziamento é pubblicato da Immobiliare.it.