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Ibridi e a tempo: ecco gli uffici del futuro

Il concetto di azienda con una grande sede centrale che riunisce tutti i dipendenti sembra destinato a scomparire o, perlomeno, a ridursi sempre di più a vantaggio di sedi piccole, intorno alle quali gravitino una serie di strutture “flessibili” che servano d’appoggio ai lavoratori. Lo dimostra una ricerca di Cbre Italia che ha analizzato l’andamento del mercato del cosiddetto “flex office” nel nostro Paese.

Un trend in espansione anche prima del Covid-19

L’emergenza sanitaria ha stravolto il nostro modo di lavorare e ci ha imposto di pensare a una nuova idea di ufficio, questo è evidente. Tuttavia, la ricerca da parte delle aziende di soluzioni flessibili sia dal punto di vista della locazione sia della progettazione non è un fenomeno nato nel 2020: in Europa, e in particolare a Londra e Amsterdam, già dal 2015 si è assistito a un notevole aumento della domanda per questo tipo di uffici, superiore al 10% del volume totale.

In Italia la percentuale è inferiore, ma si assiste comunque a un incremento soprattutto a Roma e Milano, che hanno toccato rispettivamente i record di 43mila mq e di 51mila mq affittati nel 2018. Nel capoluogo lombardo, per fare un esempio, ha da poco inaugurato il centro Regus di viale Cassala: un palazzo di otto piani dedicati proprio agli uffici personalizzabili.

Il futuro degli uffici è nel format ibrido

Secondo gli esperti anche in Italia, come in Germania, Spagna e Inghilterra, il format ibrido prenderà sempre più piede perché è quello che si adatta meglio alle esigenze di chi lavora da remoto. Quindi non parliamo solo di spazi di coworking, ma di un vero e proprio nuovo modo di abitare che mescola lavoro e tempo libero. Qualche esempio? I ristoranti che affittano desk durante le ore del giorno in cui normalmente sarebbero vuoti.

di Laura Fabbro

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