gli ultimi dati del Dipartimento Mef (Ministero Economia e Finanze) non mentono. La pandemia da covid del 2020 ha dato un’ulteriore accelerata alla tendenza di una crisi sistemica: i redditi dei lavoratori autonomi sono più che doppi rispetto a quelli dei dipendenti pubblici o privati. Intanto, appena il 4% dichiara più di 70 mila euro.
Stipendi dei dipendenti bloccati
Entrando più in profondità si capisce che gli stipendi sono fermi da troppi anni. Il guadagno medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è fermo a 20.720 euro annui, con un potere d’acquisto che si riduce a causa dell’inflazione che a marzo 2022 ha ripreso a galoppare. Peggio per i pensionati che non vanno oltre la media di 18.650 euro.
Le opportunità offerte dal lavoro autonomo
Guadagnano di più, o meglio potenzialmente potrebbero guadagnare di più, i lavoratori autonomi: imprenditori, artigiani, liberi professionisti, soci di cooperative o agenti e rappresentanti di commercio. In una società dove crollano le certezze hanno più possibilità quelle figure professionali che progettano, organizzano e realizzano in autonomia il proprio lavoro. Il posto fisso non si adatta ai tempi che fluttuano continuamente lasciandosi travolgere dagli eventi improvvisi. Non a caso, nel 2020 il reddito medio più elevato è stato quello da lavoro autonomo (52.980 euro).
La regione dove si guadagna di più è la Lombardia (25.330 euro). All’ultimo posto c’è la Calabria (15.630). Nel Lazio si registra l’addizionale regionale Irpef media più alta (630 euro) contro il valore più basso in Sardegna (270 euro).
A queste disparità geografiche vi è un contorno di 10,4 milioni di italiani che dichiarano un’imposta netta Irpef pari a zero, con guadagni compresi nelle soglie di esenzione. In ogni caso tutti i principali redditi medi hanno subito flessioni, ma in questo spaccato di contraddizioni i lavoratori dipendenti sono quelli più stabili nella loro precarietà (per loro il reddito è calato del -1,6%, meno che per tutte le altre tipologie di lavoro).
Architettura, ingegneria, consegne a domicilio: i settori in crescita
Ci sono poi dei settori divenuti trainanti per effetto della crisi sanitaria: le attività di trasporto e consegna pacchi (settore food delivery in particolare); il commercio online (e-commerce); l’indotto legato allo smart working (lavoro da casa). Tutti comparti legati al cambiamento dei costumi e dello stile di vita.
Ma crescono anche gli studi di architettura e ingegneria, per effetto degli incentivi fiscali Irpef concessi dal governo centrale quali il “bonus facciate”, il “superbonus energetico”. Misure che hanno ridato ossigeno al comparto dell’edilizia, strizzando un occhio alla transazione ecologica ed energetica verso l’obiettivo emissioni zero.
di Nicola Teofilo
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