Innovativo, dinamico e giovane. Sono questi gli aggettivi che sceglieremmo per descrivere il settore del Proptech italiano se dovessimo riassumerlo in sole tre parole. In forte ascesa a livello globale, il Proptech (parola nata dalla crasi delle parole “property” e “technology) gode infatti di ottima salute anche in Italia dove dal 2020 al 2021 è stato registrato un incremento del 21% di realtà con sede o operanti in Italia, con una forte preferenza per la città di Milano.
Il ritratto delle proptech italiane
Si tratta principalmente di piccole realtà, nate negli ultimi anni e formate da team giovani. Il 73% dei rispondenti al sondaggio promosso da Italian PropTech Network dichiara infatti che il numero di dipendenti è compreso tra 1 e 20. In media, il 61% dei dipendenti appartiene alla generazione dei Millenials, ovvero i nati circa tra il 1980 e il 1999. Per il 43% delle proptech l’anno di fondazione risale agli ultimi 5 anni. Ultima, ma non meno importante, nota positiva: le proptech italiane tendono alla parità di genere, con un incremento nell’ultimo anno delle quote rosa del 4%. Indagando il rapporto percentuale tra uomini e donne si evince che nel 2020 si registravano in media 64% uomini e 36% donne, mentre oggi si registra una media di 60% uomini e 40% donne.
Nuovi sbocchi professionali
Il settore si rivela molto promettente anche per quello che riguarda il lato occupazionale. Dall’ultimo Monitor annuale di Italian PropTech Network emerge che per il il 63% delle PropTech italiane è necessario investire nel reclutamento di nuove risorse umane e per il 42% nella formazione continua.
Tra le nuove figure di grande interesse nel settore troviamo gli specialisti nell’analisi e gestione dei dati, i programmatori di piattaforme digitali e profili focalizzati in ambito Saas – Software as a service –, per soluzioni informatiche non proprietarie ma pagate in misura del loro utilizzo concreto, così come figure di punta sono anche quella del Sales development rapresentative e dell’account manager. Il primo segue le attività di contatto alla clientela potenziale, tramite email, telefonate, contatti diretti e, ovviamente, comunicazioni attraverso i canali Social. Tra i suoi compiti anche la raccolta dei riscontri da parte dei clienti e le comunicazioni relative al team di prodotto. Il secondo invece si occupa dei progetti commerciali, sviluppa la profilazione del mercato e lavora al Customer portfolio management.
L’attenzione alla sostenibilità non poteva non influenzare lo sviluppo di un settore così giovane e innovativo, facendo crescere sempre più la figura dell’Esg consultant, ovvero il professionista consulente in materia di Sviluppo etico e sostenibile, tutela dell’ambiente, della qualità della vita e attività a minore impatto ambientale.
di Anna Barbetta
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