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Il Sud Italia è il luogo in cui investire

Il Covid-19 ha stravolto le nostre abitudini di vita e soprattutto di lavoro, con un forte impatto anche sul settore immobiliare. Se fino a gennaio chi voleva investire nel mattone puntava alle grandi città, adesso invece guarda con interesse a un mercato rimasto finora marginale: il sud Italia. I motivi sono molteplici. Eccoli spiegati in breve.

South working, la svolta

Quello che sembrava un fenomeno momentaneo si sta prolungando ben oltre il lockdown: gli studenti e i lavoratori che hanno lasciato le grandi città non sembrano affatto intenzionati a tornarci, almeno fino a quando gli esami si potranno sostenere a distanza e, soprattutto, lo smart working verrà incentivato dalle aziende. E visto che molte hanno già annunciato che il lavoro agile proseguirà a lungo, se non per sempre, ecco che lo scenario si fa chiaro: il dipendente con contratto a Milano o Roma potrà lavorare da casa anche in un’altra regione e recarsi in sede solo qualche volta al mese. Quindi perché comprare o affittare un immobile proprio là dove i prezzi sono più alti?

Il costo del mattone a confronto

Per comprare casa a Milano o Roma bisogna mettere in conto di spendere rispettivamente 4mila e 3mila euro al metro quadro, mentre i canoni di affitto si aggirano intorno ai 20 e 13 euro/mq. In molte città del Sud, invece, la richiesta non supera i 1.000 euro al metro quadro e nelle più economiche (Caltanissetta e Isernia) non raggiunge nemmeno i 750. Non solo: ci sono anche comuni che mettono in vendita immobili a cifre simboliche o che addirittura pagano chi si trasferisce in un piccolo centro con pochi abitanti, come avviene in Molise dove è stata lanciata l’iniziativa del Reddito di residenza attiva.

di Laura Fabbro

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