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Lavatrice di notte: si può in condominio?

Battute e meme spiritosi si sprecano sui dissidi tra condòmini.

Il problema è che dallo spirito alla battaglia tra i banchi di un tribunale o davanti al Giudice di Pace, il passo è breve. Circa la metà delle procedure civili sono causate da liti condominiali. Uno dei casus belli più diffusi riguarda i rumori molesti. E, se non avete ancora rinnovato il parco elettrodomestici magari acquistandone di più sostenibili con il Bonus 2022, è assai probabile che la vostra lavatrice produca gli stessi ultrasuoni di un aereo in fase di decollo.

Ma la domanda è: in un condominio si può mettere in moto la lavatrice di notte?

Quando fare la lavatrice in condominio? Gli orari consentiti

Partiamo dal presupposto che il regolamento condominiale assembleare è obbligatorio quando i condòmini sono più di dieci e disciplina vari ambiti, quali l’utilizzo delle aree comuni, la ripartizione delle spese, la tutela del decoro dell’edificio.

Si tratta di un regolamento contrattuale sottoscritto da tutti i condòmini. Questo dispositivo comune può regolare le fasce orarie in cui si possono azionare i dispositivi rumorosi, come aspirapolveri, frullatori e lavatrici.

In caso di assenza di questo regolamento, il riferimento normativo da tenere presente è l’articolo 844 del codice civile. Questo articolo stabilisce il principio del “buon senso”.

Stabilisce inoltre la regola della “normale tollerabilità”: “Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi”.


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Rumori e orari. Lavatrice di notte, dopo le 22: si può?

Il buon senso e la regola generale impongono fasce orarie in cui andrebbe rispettato il silenzio:

  • Prima delle ore 8
  • Tra le 13 e le 16
  • Dopo le ore 22

Cosa posso fare se la lavatrice del vicino va di notte?

Purtroppo, il buon senso e le valutazioni discrezionali non bastano, perciò è dovuta intervenire la Cassazione che con una sentenza ha fissato in 3 decibel la soglia di tollerabilità di ogni tipologia di rumore.

In caso di disturbo da parte del vicino rumoroso, si può tentare di risolvere il problema pacificamente, cioè con un semplice ammonimento.

Se il problema persistesse allora sarebbe il caso di procedere con una lettera di diffida controfirmata dall’amministratore di condominio. Oltre, sarebbe il caso di ricorrere alle vie legali. Il giudice, con una perizia fonometrica, può stabilire se il rumore è sopportabile o meno.

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