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Le aziende di Pechino lasciano i loro investimenti americani

Una tendenza che si sta invertendo, perlomeno a Manhattan e dintorni. Dove, fino a ieri, gli investitori cinesi compravano e investivano sugli immobili commerciali americani: decine di miliardi di dollari riversati sul mercato per rilanciare, ad esempio, i grandi alberghi. Adesso il vento è cambiato, come confermano i dati della società Real Capital Analytics che, nel secondo trimestre 2018, rilevano acquisti per appena 126,2 milioni di dollari a fronte di vendite per 1,29 miliardi.

Secondo Milano Finanza questo nuovo trend riflette il cambio di atteggiamento del governo cinese negli ultimi tempi nei confronti degli investimenti all’estero. Dopo l’allentamento delle restrizioni che risale a qualche anno fa, le aziende di Pechino avevano cominciato a fare razzia di immobili commerciali in gran parte dell’America: da San Francisco a Los Angeles, fino a Chicago e soprattutto New York. Qui avevano sborsato 1,95 miliardi di dollari per acquisire il Waldorf Astoria, il prezzo più alto mai pagato per un hotel negli Stati Uniti.

Gli immobili ora rientrano nei tipi di investimenti esteri per cui il governo cinese ha deciso di invertire la rotta. Per questo molte compagnie stanno scaricando sul mercato le loro proprietà così da rimborsare il debito e rispettare le pressioni delle autorità di controllo di Pechino. Un cambio di rotta che adesso potrebbe far rallentare la crescita del mercato immobiliare statunitense, già in calo negli ultimi 18 mesi dopo il forte aumento registrato nei primi anni di ripresa dalla crisi finanziaria del 2008.

di Giovanni Marrucci

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