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Le città del futuro crescono in altezza: avranno spazi comuni, giardini e piazze verticali

È il “Roofscape Urbanism”, una sorta di urbanistica dei tetti, la nuova disciplina che si va affermando nelle grandi metropoli mondiali. La materia in oggetto? Il modellamento del tessuto architettonico già costruito.

Una tendenza a cui anche le pagine online del Sole24Ore hanno dedicato ampio spazio e che cerchiamo ora di sintetizzare nelle sue caratteristiche più importanti.

Un recupero che inizia dall’alto

Gli ambienti urbani sono sempre più densi; e l’ampia superficie complessiva rappresentata dai tetti e dalle coperture di vario genere, a pensarci bene, rappresenta un vasto spazio inutilizzato“.

È stato stimato che, oggi, i tetti occupano fino a circa il 25% dell’area territoriale di una città e che entro il 2050 il 70% della popolazione vivrà nelle aree urbane. Come sfruttare questa potenziale risorsa? Come ottimizzare queste superfici? Innestando nuove funzioni.

Occorre inventare nuovi modi di fruizione delle strutture esistenti, innestando diversi tipi di funzioni, da quella classica, cioè nuove metrature residenziali, a più innovative proposte come:

  • servizi comuni;
  • spazi per veri e propri giardini a uso collettivo;
  • piazze e luoghi sociali;
  • centri culturali;
  • infrastrutture sostenibili;
  • coltivazioni agricole a chilometri zero.

Guido Callegari, professore associato di Tecnologia dell’architettura al Politecnico di Torino spiega proprio al Sole24Ore.com come “l’intervento sui piani di copertura rappresenta oggi, a livello internazionale, uno scenario attraverso il quale sperimentare l’applicazione di strategie a scala urbana finalizzate al perseguimento di obiettivi di sostenibilità energetico-ambientale oltre a essere un ambito per l’applicazione di nuovi modelli di sviluppo per la valorizzazione economica del patrimonio edilizio esistente”.

Lo scenario europeo

“Gli ampliamenti verticali del patrimonio edilizio esistente privilegiano l’utilizzo di processi off site, tecnologie stratificate a secco – prosegue Callegari – per ridurre i tempi e le fasi di lavorazione, favorire la transizione verso l’economia circolare e con un controllo sui costi finali dell’opera attualmente molto competitivi. Una sopraelevazione – conclude Callegari – in alcuni casi determina nuove funzioni collettive ripagando i costi dell’intervento magari mettendo sul mercato delle nuove unità immobiliari o costituendo ‘spazi polmone’ o ‘spazi transitori’ per la ristrutturazione di altre unità abitative”.

In Europa sono molte le città che hanno già compreso l’importanza di riqualificare il territorio e promuovere l’efficientamento energetico.

La Francia con una Parigi apri-fila che incoraggia l’espansione in altezza, per raggiungere fino a 10mila nuove unità abitative l’anno, sfruttando prevalentemente edifici con affacci angolari e su strade ampie. Oppure il caso dell’Inghilterra, dove nel 2020 è stata approvata la possibilità di aggiungere due piani agli immobili già costruiti. Infine la Spagna, che con il Libro Blanco si propone proprio il roofscape design in risposta all’adeguamento degli immobili ai nuovi standard normativi.

di Linda Compagnoni

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