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Le mete più gettonate per le seconde case in Italia

In Italia gli anni ’60 e gli anni ’70 sono stati il periodo d’oro per le seconde case. Al mare, in montagna o semplicemente lontano dalla città: erano molte le persone che cercavano un’abitazione dove trascorrere i weekend e le vacanze. Durante la pandemia, però, le abitudini più tradizionali sono cambiate e la seconda casa ha assunto un valore nuovo: una fuga dagli spazi stretti dei grandi centri urbani utile soprattutto per chi vi ha continuato a lavorare attraverso lo smart working. Insomma, non solo un luogo per trascorrere qualche giorno di vacanza, ma anche un ambiente più confortevole per il proprio “ufficio a distanza”. In questo scenario ha inoltre giocato un ruolo fondamentale la distanza dall’abitazione principale, dal momento che le libertà negli spostamenti non solo tra regione e regione, ma anche tra comune e comune, sono state fortemente limitate. Queste premesse potrebbero influenzare il mercato delle seconde case?

Seconde case in Italia: la fotografia attuale

Una panoramica sulle seconde case in Italia si può ottenere attraverso un report dell’Agenzia delle entrate “Gli immobili in Italia”, con riferimento alla situazione del 2019.

In tutto in Italia le seconde case sono 5 milioni e 556mila e rappresentano il 17,2% del totale degli immobili a uso residenziale. Le province che ne accolgono di più sono: Roma con 215mila, Cosenza con 126mila, Lecce e Torino con 117mila, Napoli e Cuneo con 112mila.

Altre località molto gettonate per l’acquisto di una seconda casa coincidono con le più classiche mete turistiche, come Madonna di Campiglio, Capri, Forte dei Marmi, Porto Cervo. In tutto sono 3.340 i comuni in cui la presenza di seconde case rappresenta più del 20% di tutte le abitazioni presenti. Un dato che si riferisce soprattutto a zone come le Isole, le regioni del Sud o le aree di montagna. 

di Giulia Dallagiovanna

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