Nel giro di un anno lo smart working è passato dal 5% al 30-40%, e ormai il trend non si invertirà. Partendo da questa certezza, molti si sono affrettati a parlare di morte degli uffici. Ma, secondo gli esperti, sono stati troppo precipitosi: è vero che il settore va ripensato e che tantissime persone non torneranno mai più a lavorare in un luogo fisso, tuttavia gli scambi e il confronto influiscono così tanto sulla produttività che, almeno qualche giorno a settimana, la presenza in sede sarà sempre caldeggiata. È il cosiddetto “approccio misto” che piace prima di tutto ai lavoratori stessi.
Facebook investe a New York
Il gigante dei social media aveva dichiarato in primavera che i suoi dipendenti avrebbero potuto lavorare per sempre da casa. Eppure, poco dopo, ha firmato un contratto di locazione a New York per una superfice di quasi 70.000 metri quadrati. Non solo: un sondaggio effettuato in Gran Bretagna ha dimostrato che oltre il 60% dei dipendenti desidera, appena si potrà, alternare il lavoro da remoto con quello in ufficio. Questo porterà perciò a ripensare sia all’ubicazione sia alla struttura interna degli spazi lavorativi, ma non determinerà la loro scomparsa.
Più flessibilità e qualità
Oltre ai fattori ambientali, su cui oramai da qualche anno si punta, nel prossimo futuro bisognerà valutare anche quelli sociali, intesi come spazi personali per i dipendenti e aree break. Per quanto riguarda la location, invece, proprio perché le persone andranno meno in ufficio saranno maggiormente ambite le zone con un trasporto pubblico efficiente e con numerosi servizi che possano offrire svago. In altre parole, gli esperti consigliano di investire nel Central Business District delle grandi città. I contratti di locazione probabilmente saranno più brevi, ma senza ripercussione sui prezzi.
di Laura Fabbro
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