La rivoluzione è partita dal Regno Unito, primo Paese europeo ad accogliere i cosiddetti “mutui verdi”. A seguire l’esempio è ora un gruppo pilota di 40 istituti, fra cui anche nove banche italiane, decisi a lanciare sul mercato una nuova tipologia di finanziamenti che avranno l’obiettivo di migliore l’efficienza energetica degli immobili. Dal 2019, in altre parole, i mutui che amano l’ambiente diventeranno realtà anche nel nostro Paese.
Che cosa significa “mutuo verde”?
Come spiega Luca Bertalot, segretario generale dell’European Mortgage Federation, il presupposto che fa sì che un prestito possa rientrare nella categoria “Energy efficient mortgage” e usufruire dei relativi vantaggi fiscali è che garantisca un miglioramento di almeno il 30% dell’efficienza energetica della casa. Soddisfatto questo requisito, ogni singola banca deciderà poi le forme di finanziamento alle imprese che eseguono i lavori. Acquisto dunque, ma anche ristrutturazioni, in particolare a livello condominiale: per queste ultime Luciano Chiarelli, Head of Group Secured Funding di UniCredit, auspica il coinvolgimento delle istituzioni pubbliche.
Il problema delle verifiche
Il futuro dei mutui green non è però tutto rosa e fiori. Ci sono infatti alcuni dettagli che necessitano di maggiori analisi, in particolare alla voce “costi”. A detta di Christian Kier di Volksbank, «la vera sfida ora è capire come gestire il percorso di valutazione del miglioramento della prestazione energetica dell’abitazione». Ciò significa, sostanzialmente, definire in che modo coprire le spese legate alle verifiche da effettuare prima e dopo i lavori. Una soluzione potrebbe essere quella di permettere alle banche di realizzare un funding a dei costi più convenienti in modo da avvantaggiare il cliente finale.
di Laura Fabbro
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