Il costo della vita degli ultimi mesi pesa particolarmente su una categoria di famiglie: i titolari di mutui a tasso variabile. Infatti, la rata mensile s’impenna per effetto del rialzo dei tassi di mercato. In effetti, l’Euribor a 3 mesi è schizzato dal -0,24% di metà giugno allo 0,26% di questa settimana. Un boom dello 0,50% in appena un mese e mezzo. L’Euribor a 1 mese ha seguito un trend analogo, passando da -0,50% a -0,05%.
Per i titolari di mutui a tasso fisso, il discorso, invece, non è analogo.
La differenza tra tasso fisso e tasso variabile
Qual è la differenza? La rata mensile per i titolari di un mutuo a tasso fisso resta costante fino alla scadenza del contratto. Invece, i nuovi sottoscrittori si espongono chiaramente alle mutate condizioni di mercato. I contratti sono agganciati all’Eurirs.
Il tasso a 20 anni, ad esempio, debuttava nel 2022 allo 0,60%. Questa settimana, risultava salito all’1,75%. Chi avesse acceso un mutuo solamente sette mesi fa, verosimilmente lo avrebbe fatto a condizioni nettamente migliori di quelle attuali.
Mutui a tasso fisso, pesano i timori di recessione
Non è detto che la discesa degli interessi sui mutui a tasso fisso abbia ancora vita lunga. I tassi Eurirs stanno scendendo bruscamente dall’apice raggiunto a giugno. Tornando alla scadenza a 20 anni, è passato dal 2,58% all’1,75%: -0,83%.
In sintesi, I tassi a breve stanno salendo, in quanto risentono delle condizioni monetarie più restrittive. In effetti, la BCE sta alzando il costo del denaro per cercare di frenare l’inflazione. Viceversa, i tassi a lungo stanno scendendo sui timori di recessione.
In questa fase, le banche stanno puntando molto sui mutui a tasso variabile, scorgendovi l’opportunità di percepire maggiori interessi nei prossimi anni. Al contrario, si mostrano molto restìe a erogare mutui a tasso fisso, perché temono che rimarranno scottate con l’eventuale rialzo dei tassi non ancora scontato dal mercato.
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