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Nuove aliquote Irpef 2022: ecco quanto risparmierai. Lo studio Altroconsumo

A partire dal 27 gennaio gli stipendi e le pensioni saranno interessati dalla riforma fiscale avviata con la Legge di bilancio per il 2022. Come avevamo già anticipato in questo approfondimento, la manovra ha ridotto da 5 a 4 le aliquote Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche), cancellando quella del 41%. Ed è da poco disponibile un nuovo studio di Altroconsumo che analizza l’effettivo impatto della manovra sui cittadini.

Il calcolo Irpef 2022

Nello specifico, ecco cosa cambierà:

  • il prelievo sui redditi fino a 15mila euro resta al 23%;
  • si passa al 25% (dal 27) sulle entrate comprese tra 15 e 28mila euro;
  • si scende al 35% (dal 38) tra 28mila e 50mila euro;
  • e sopra questa soglia l’aliquota è del 43%.

Irpef e fasce di reddito: cosa cambia

Secondo Altroconsumo, i lavoratori dipendenti con redditi lordi annui di 40mila euro possono ritrovarsi 945 euro in busta paga in più in un anno, con una grande differenza rispetto ai 153 euro di cui beneficia chi ha uno stipendio appena inferiore, pari a 35mila euro.

Chi guadagna 60mila euro si ritroverà 570 euro in più in un anno, cifra che scende a 270 euro per gli stipendi oltre 80mila euro.

Per i pensionati, il risparmio massimo è di 758 euro all’anno e va a beneficio degli assegni da 50mila euro annui. Si passa poi a 452 e a 470 per pensioni rispettivamente di 40 e 65mila euro annui.

Effetti delle nuove misure sulle famiglie

Come fa notare Simone Pellegrino, professore associato di Scienza delle finanze presso il Dipartimento di Scienze Economico-sociali e Matematico-statistiche dell’Università di Torino, “i maggiori beneficiari in valore assoluto sono concentrati nella fascia che va dai 35 ai 70 mila euro di reddito ante imposta”.

“Se guardiamo invece all’incidenza rispetto al reddito, il guadagno percentuale è più alto per i redditi più bassi, esclusi chiaramente gli incapienti, e poi l’incidenza percentuale decresce all’aumentare del reddito” aggiunge Pellegrino.

Tatiana Oneta, fiscalista di Altroconsumo, osserva che la vecchia imposizione Irpef era particolarmente onerosa specialmente sui redditi che ora ne beneficerebbero di più, ovvero quelli più comunemente associati al ceto medio-alto.

“Benché possa sembrare iniquo, per rilanciare l’economia occorre aumentare la capacità di spesa dei singoli contribuenti, più forte proprio nel ceto medio, che tende ad avere maggiori disponibilità per consumi, investimenti e risparmi” conclude Oneta.

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