Mentre raggiungiamo una nuova consapevolezza dell’impatto delle nostre azioni sul pianeta e della necessità di impostare uno stile di vita più sostenibile, la sperimentazione edilizia continua a evolversi e cerca un modo per esprimersi all’interno di una concezione più green. E così si sviluppano nuovi materiali, provenienti da residui di lavorazioni o da produzioni agro-industriali.
Vediamone alcuni.
Pannelli solari di riso
Per pannelli solari e anche termoacustici, per intonaci di fondo o di finitura e, infine, per pitture decorative una buona alternativa è il riso. Anzi, i sottoprodotti di scarto come la paglia o la pula. Tutte quelle parti, insomma, che non vengono destinate all’uso alimentare e possono invece trovare un nuovo e inaspettato impiego proprio nelle costruzioni. È il progetto di Ricehouse, un’azienda piemontese nata nel 2016.
Il calcestruzzo “fatto” con il latte
Per quanto riguarda invece mattoni e calcestruzzo, bisogna guardare all’industria casearia e ai suoi sottoprodotti. Si potrebbe per esempio sostituire l’acqua utilizzata per produrre il calcestruzzo con del latte di scarto, come fa la start-up sarda Milk Brick, oppure realizzare degli isolanti termici per i pannelli o dei mattoni con un biopolimetro ottenuto dalla caseina.
Un pavimento di funghi
Arriviamo infine al pavimento, composto da un simil truciolato ottenuto dal micelio, l’apparato vegetativo dei funghi, e da altre fibre di scarto vegetali, provenienti per esempio da mais o da alghe. Il rivestimento poi viene fatto con resine che sono rinnovabili al 90%. L’idea è stata sviluppata da Mogu Floor.
di Giulia Dallagiovanna
Questo post Nuovi materiali per l’edilizia: si punta agli scarti dell’industria alimentare é pubblicato da Immobiliare.it.