Il primo marzo molti pensionati hanno trovato una bella sorpresa nel loro cedolino: un aumento che non vedevano da almeno dieci anni, dovuto alla combinazione fra taglio delle tasse e recupero della nuova inflazione all’1,7%. Così con il conguaglio dei primi tre mesi dell’anno si possono incassare mediamente 100 euro netti extra sui circa 400 previsti nel corso dell’anno. Proviamo a capire insieme perché lasciandoci guidare da un articolo pubblicato su Repubblica a firma di Raffaele Ricciardi.
Il conguaglio Irpef di tre mesi
A gennaio e febbraio l’Irpef era stata calcolata alla maniera precedente l’ultima riforma, così nel mese di marzo si è deciso di liquidare il conguaglio di questi due mesi che si aggiungono a quello di marzo. Chi dei pensionati ha figli minori di 21 anni o disabili non avranno più le detrazioni e gli assegni nel cedolino perché questi, come ti spiegavamo in questo articolo, sono stati sostituiti dall’assegno unico. E chi non l’ha ancora richiesto? C’è ancora tempo per inoltrare la domanda all’Inps.
Per calcolare in quale dei nuovi scaglioni Irpef si rientra che, come per chi è ancora un lavoratore dipendente, diventano quattro (prima erano cinque) proprio Repubblica viene in aiuto con un calcolatore automatico che puoi facilmente consultare a questo link.
La nuova Irpef e gli effetti sulle pensioni
È stato calcolato che il 36% delle risorse stanziate per il taglio Irpef andrà proprio ai pensionati ma, come nel caso dei dipendenti, saranno le fasce medio-alte a beneficiarne maggiormente. È il caso delle pensioni a partire da 48mila euro annui che recupereranno 697 euro in un anno. Più della metà dei pensionati (56%) otterrà meno di 250 euro, il 7% fra 250 e 500 euro, il 6% oltre 500 euro e il 30% non guadagnerà né perderà nulla.
L’adeguamento all’inflazione che sale
Per l’Istat il 2021 si è chiuso con un tasso di inflazione pari all’1,9% ma soltanto l’1,7% verrà recuperato nelle pensioni 2022, lasciando il restante 0,2% al 2023 quando si è ormai certi che l’adeguamento ai rincari di molti beni sarà ancora più elevato. A gennaio e febbraio l’Inps ha rivisto l’adeguamento all’1,6% liquidato, tanto che a marzo si recupererà lo 0,1% rispetto all’1,7% stabilito a partire da questo mese.
Infine, è bene ricordare che da quest’anno si ritorna al calcolo della rivalutazione più favorevole, quello stabilito dai cosiddetti Scaglioni Prodi. In questo modo le pensioni fino a quattro volte più alte del minimo otterranno il 100% dell’adeguamento al tasso all’1,7%; tra quattro e cinque volte si percepirà il 90% e oltre cinque volte il 75%.
Questo post Pensioni più alte: da marzo si guadagna di più é pubblicato da Immobiliare.it.