Chi per acquistare la propria abitazione ha acceso un mutuo, sicuramente ricorderà che la banca, prima di concederlo, ha posto un’ipoteca sull’immobile a garanzia del credito.
Questa rimane un atto formale fino a quando le cose vanno bene economicamente e il creditore paga puntualmente tutte le sue rate.
Si riaccende, invece, la luce su quella clausola, se la situazione economica del debitore dovesse cambiare e, in qualche modo, il proprietario, non potendo più restituire il debito, dovesse rischiare di perdere i suoi beni.
Infatti, l’ipoteca permette al creditore di espropriare la casa di un creditore che non riuscisse più a saldare le rate del suo debito. Questa procedura si definisce pignoramento.
Pignoramento: di cosa si tratta
Il pignoramento è il primo atto della procedura con cui avviene l’espropriazione forzata di un bene.
Viene avviata dal creditore nei confronti del debitore per ottenere il suo credito in modo coattivo.
L’ufficiale giudiziario, nell’atto notificato al debitore, avvisa che, se questi non provvede a saldare il debito entro i termini fissati, il bene pignorato sarà venduto all’asta giudiziaria.
Il ricavato sarà versato al creditore e, se ci dovesse essere eccedenza, verrà restituita ex proprietario dei beni.
Leggi anche: PIGNORAMENTO PRIMA CASA: IN QUALI CASI È AMMESSO DALL’AGENZIA DELLE ENTRATE
Gli istituti di credito possono pignorare senza limiti la prima casa
La banca, a differenza di altre categorie di creditori che sono soggetti pubblici, può pignorare senza limiti la prima casa del debitore, che rappresenta il suo luogo di residenza anagrafica e di dimora abituale. Lo può fare anche quando è l’unico immobile di proprietà del debitore.
La legge permette alle banche, in caso di mutuo non rimborsato secondo le rate previste dal piano di rientro, di risolvere il contratto quando il ritardato pagamento si è verificato per almeno 7 volte, anche non consecutive.
All’ottava rata non pagata entro 180 giorni – oppure dopo una sola rata non pagata e scaduta da oltre 180 giorni – scatta il pignoramento.
Di solito la banca, prima di avviare la procedura di pignoramento, sollecita più volte il debitore inadempiente a pagare il dovuto, ma se il ritardo si protrae nel tempo, o se supera i 180 giorni dalla scadenza delle rate, la banca notifica al debitore un ultimatum di pagamento entro 10 giorni trascorsi i quali potrà pignorare i beni mobili e immobili del debitore necessari a coprire il credito.
Questo post Pignoramento della prima casa: quando la banca può farlo? é pubblicato da Immobiliare.it.