Finalizzare la compravendita di un immobile facendo ricorso a un mutuo casa è una pratica molto diffusa nel nostro Paese. Attenzione però: se la rata è troppo alta rispetto alle capacità di reddito si può andare incontro a un accertamento fiscale.
Tra gli strumenti a disposizione dell’Agenzia delle Entrate c’è infatti il redditometro, che consente di verificare che dietro alle operazioni di mutuo ipotecario non si celino episodi di evasione fiscale. Il meccanismo di controllo si attua grazie all’incrocio di diversi dati tra cui il valore dell’immobile, i termini del mutuo richiesto e il rapporto tra rata mensile da pagare e stipendio percepito dal sottoscrivente.
Se la rata è troppo alta…
In generale le banche non concedono mutui più elevati dell’80% del valore dell’immobile e valutano con attenzione la capacità reddituale dei richiedenti, in modo da verificare la sostenibilità del finanziamento erogato. Gli istituti, infatti, strutturano il prodotto tenendo presente che l’esborso mensile non sia troppo oneroso rispetto allo stipendio. In alcuni casi, però, il sottoscrivente potrebbe avere accesso ad altre entrate economiche e la rata del mutuo potrebbe arrivare a superare l’ammontare dello stipendio.
Dato che l’Agenzia delle Entrate controlla solo i movimenti bancari e i saldi del conto corrente, se le uscite superano del 20% il totale delle entrate in un anno senza un’esatta corrispondenza con la dichiarazione dei redditi, il fisco fa scattare una verifica.
Quali prove presentare
In caso di accertamento l’onere della prova è a carico del cittadino: sarà quindi necessario raccogliere tutti i documenti utili a provare che non sussista evasione fiscale. A confermare il fatto che debba essere il contraente del mutuo a dover dimostrare l’origine delle proprie entrate economiche, ci ha pensato di recente anche la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n.124 del 21 gennaio 2020.
di Francesca Lauritano
Questo post Rata del mutuo: se è troppo alta scattano i controlli fiscali é pubblicato da Immobiliare.it.