Con la nuova Legge di Bilancio potrebbe arrivare anche la riforma del catasto, di cui si è parlato spesso negli scorsi anni ma che non si è mai concretizzata. I contribuenti temono che con l’aumento del valore catastale anche le tasse legate alla casa subirebbero un’impennata: è così? In linea generale sì, stando a quanto riporta il Corriere della Sera e in alcune città come Roma e Milano in modo particolare.
IMU e imposta di registro: possibile stangata in arrivo?
La riforma comporterebbe la revisione degli estimi e l’adeguamento dei valori catastali a quelli di mercato, con un conseguente aumento sia dell’IMU sia dell’imposta di registro. Nell’articolo di Corriere si è provato a quantificare questo importo, che varia in base al sistema catastale adottato da ogni Comune.
Nello specifico, a essere maggiormente colpiti dalla riforma sarebbero gli abitanti di Milano, per i quali si prospetterebbe una crescita sia dell’IMU (+174%) sia dell’imposta di registro (addirittura +300% circa), ma anche i romani si troverebbero a pagare il doppio di IMU e oltre il 230% in più di imposta.
La situazione non sarebbe molto più rosea in nessuno dei capoluoghi esaminati, basti pensare che a Bari, dove le percentuali di aumento sono più basse, l’IMU salirebbe del +33% circa e l’imposta di registro del +93,2%.
È il momento di rivedere il nostro catasto?
Nell’Atto di indirizzo 2021-2023, che il Mef ha inviato alle Agenzie fiscali, ci si raccomanda di “presidiare la qualità e la completezza delle banche dati catastali”. Del resto anche l’Unione Europea aveva invitato l’Italia a mappare in modo chiaro gli immobili presenti sul nostro territorio, cosi da riuscire a incrociare i dati immobiliari con quelli presenti in dichiarazione dei redditi. Il nostro catasto risale al 1886 e, dopo la riforma del 1960, non è più stato modificato nonostante i ripetuti annunci.
di Laura Fabbro
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