Dal 1° maggio partirà la cosiddetta operazione termostato, vale a dire che non si potranno superare certe temperature negli edifici pubblici.
La commissione ambiente della Camera dei deputati ha stabilito che in ciascuna unità immobiliare pubblica la temperatura dell’aria non dovrà superare i 19 gradi in inverno e dovrà essere minore di 27 gradi in estate. Come accade per la velocità imposta dal codice della strada, anche in questo caso vi saranno due gradi massimo di tolleranza. Perciò i riscaldamenti dovranno essere impostati ad un massimo di 21 gradi, mentre l’aria condizionata potrà partire da un minimo di 29.
Il governo intende porre delle limitazioni nelle accensioni degli impianti di illuminazione pubblici che fanno luce su strade, quartieri e monumenti, o parti comuni dei condomini, ad esempio cortili e giardini. La proposta è ancora in discussione poiché andrebbe valutato anche l’aspetto legato alla sicurezza pubblica.
Più risparmio e meno inquinamento
L’emendamento è stato approvato e inserito nel decreto Bollette ed è stato proposto dai deputati del MoVimento 5 Stelle. I promotori sostengono che questa imposizione potrà ridurre il consumo di metano di 4 miliardi di metri cubi all’anno, un primo passo verso la non dipendenza dalle risorse della Russia, impegnata nella guerra contro l’Ucraina.
La linea promossa dal governo è quella di non sottostare più ai ricatti politici dei grandi produttori di risorse inquinanti, avviando così la transizione energetica ed ecologica, che ha per obiettivo le emissioni zero entro il 2050, o la neutralità carbonica, come indica la legge europea sul clima.
E nelle abitazioni private?
L’esecutivo spera che la buona condotta negli edifici pubblici possa essere seguita anche nelle abitazioni privati. Di fatto, nelle città italiane vi è già un limite dei caloriferi di 20 gradi in inverno, con fasce temporali a seconda delle zone climatiche. A Milano e Bologna l’inverno comincia prima, il 15 ottobre. A Palermo e Catania il 1° dicembre. Le multe per chi non rispetta il calendario possono raggiungere un massimo di 3mila euro. Resta da sciogliere il nodo su chi dovrebbe vigilare ed eventualmente sanzionare. A questa domanda non ci sono ancora delle risposte.
di Nicola Teofilo
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