Il 16 marzo era il termine ultimo per il versamento dell’imposta a debito 2021. Ma la scadenza non è un vero e proprio ultimatum. Superata quella data, alla somma dovuta per il pagamento Iva bisognerà aggiungere gli interessi dello 0,40% per ogni mese (o frazione di mese) successivo al 16 marzo. Ma è dovuto per mettersi in regola con il fisco.
Questa maggiorazione, prevista per ogni mese o frazione di mese, si applica sulla parte del debito non compensato con i crediti riportati in F24. In ogni caso, il versamento delle imposte da Redditi va saldato entro il 30 giugno. E, con un’ulteriore 0,40% entro il 30 luglio prossimo.
Si può pagare a rate
Tutti i contribuenti possono scegliere se pagare in un’unica soluzione o a rate. In caso di pagamento rateizzato, le “quote” mensili, tutte di pari importo, vanno versate entro il giorno 16 di ciascun mese successivo a quello di pagamento della prima rata e maggiorate degli interessi nella misura dello 0,33% mensile, quindi, sulla terza rata sarà necessario aggiungere lo 0,66%, sulla quarta lo 0,99 e così via. La regolarizzazione deve essere comunque compiuta entro il 16 novembre dell’anno di presentazione della dichiarazione.
Come pagare
I titolari di partita Iva sono obbligati a utilizzare esclusivamente modalità telematiche di pagamento tramite i servizi “F24 web” o “F24 online” che trovate sul sito di Agenzia delle Entrate. Il saldo Iva va versato tramite F24, indicando, nella sezione “Erario”, il codice tributo “6099” (Iva annuale saldo). In caso di pagamento rateizzato, i relativi interessi si identificano con il codice “1668”.
Disagi per amministratori condominiali e bonus edilizi
Il 16 marzo lo ricorderemo come una data da bollino rosso. Potremmo definirlo il “pagamento Day”, perché ha segnato di fatto una raffica di scadenze. Ben 77 adempimenti tributari che gravano su professionisti, consulenti, intermediari finanziari. C’era anche l’obbligo di predisporre dei prossimi modelli 730 e Redditi precompilati.
Non sono mancati i disagi e le preoccupazioni per l’invio dei dati relativi agli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica effettuati su parti comuni degli edifici. Obbligo che incombe sugli amministratori di condominio i quali dovranno indicare al Fisco le quote di spesa imputate ai singoli condomini che porteranno in detrazione i bonus edilizi. In quest’ultimo caso la scadenza è stata prorogata al 7 aprile.
Una proroga al sapore di beffa, visto che, come anticipa Il Sole 24 Ore, il termine per i contribuenti per comunicare le loro scelte su cessione del credito e sconto in fattura sarà certamente spostato dal 7 al 29 aprile.
di Nicola Teofilo
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