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Scelta della residenza e bonus fiscali: cosa c’è da sapere

La scelta della residenza può essere dettata da una serie di ragioni: l’acquisto di una nuova abitazione o un trasferimento per motivi di lavoro possono portarci a effettuare un cambio di residenza, che va comunicato all’ufficio dell’Anagrafe del Comune in cui s’intende risiedere. Ogni individuo è libero di fissare la propria residenza dove meglio crede, a patto di vivere effettivamente in quel luogo la maggior parte dell’anno.

La legge italiana su questo punto è chiara: questa definizione deve corrispondere con la dimora abituale. Dichiarare un dato falso all’anagrafe costituisce reato: se dunque si dovesse risultare irreperibili, cioè se dopo lunghe e accurate verifiche fosse dimostrato che non ci si trova quasi mai presso l’indirizzo che si è indicato, si rischia di perdere una serie di diritti, come quello di voto o di avere un proprio medico di famiglia. D’altra parte, avere una residenza significa anche godere di alcuni bonus.

Bonus prima casa

Questa riduzione sull’Iva o sull’imposta di registro che si deve versare all’acquisto della prima casa può essere concessa solo a chi possiede la residenza nello stresso comune nel quale si trova l’immobile. Oppure, a chi dichiara che vi andrà ad abitare nel giro di 18 mesi a partire dalla firma del rogito. Va detto che questa clausola permette di fissare la propria residenza anche in una via diversa rispetto all’esatta collocazione dell’abitazione.

L’agevolazione sull’Imu

L’Imu, ovvero l’imposta municipale unica, si paga oggi solo sulla seconda casa. Ma affinché non debba essere versata sull’appartamento nel quale si abita è necessario che vi siano una serie di condizioni. Prima di tutto, la residenza deve essere fissata in quel luogo e, di conseguenza, anche la dimora abituale.

di Giulia Dallagiovanna

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