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Seconda casa, la Tari non si paga ma solo a due condizioni

Con l’inizio di settembre è arrivato per molti anche il momento di chiudere la propria abitazione al mare o in montagna per riaprirla, se va bene, in primavera. Eppure, anche quando è vuota, la seconda casa è un bene su cui ogni cittadino è chiamato a pagare le tasse. Soprattutto una, la tassa sui rifiuti.

A stabilire l’importo della Tari è il Comune di riferimento, chiamato a decidere l’aliquota di questa tassa di anno in anno. Per quanto riguarda le seconde case, la Tari non si paga ma solo a due precise condizioni. Ovvero che la casa dovrà risultare priva di arredi e priva di fornitura di acqua, gas e luce per il periodo di competenza della tassa sui rifiuti. Se uno di questi due elementi viene meno, la casa sarà considerata occupata e bisognerà versare la Tari.

Per dimostrare che la casa è disabitata, oltre a sospendere le forniture di acqua, gas e luce, è necessario presentare l’apposita documentazione al Comune. Che potrà effettuare un’ispezione dell’immobile.

In una sentenza del novembre 2017, però, la Commissione Tributaria di Massa Carrara ha stabilito che la Tari sulla seconda casa è illegittima se applicata ai proprietari che utilizzano l’abitazione soltanto per le vacanze. La sentenza è arrivata in risposta al ricorso di un contribuente che, dopo aver prodotto il dettaglio dei consumi delle utenze e dimostrato che l’immobile su cui contestava la tassa era effettivamente una seconda casa, ha ottenuto uno sconto del 30% sull’importo da pagare.

di Giovanni Marrucci

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