A distanza di alcuni mesi dall’inizio della pandemia si possono tirare le prime somme sull’impatto che il Covid-19 ha avuto sul settore immobiliare. Per quanto riguarda quello corporate, gli investimenti nel primo trimestre del 2020 sono stati pari a 1,2 miliardi: il 27,9% in meno rispetto a marzo 2019, sebbene siano da segnalare alcune operazioni importanti concluse a febbraio. Buone notizie sul fronte retail.
Cala il settore alberghiero, cresce il segmento shopping center
La contrazione del mercato, stando alle analisi di Prelios Group Market Research, è legata soprattutto al calo degli investimenti nel settore direzionale (-44,7%) e alberghiero (-83,6%) a cui però fanno da contraltare le transazioni nel comparto retail, in particolare per quanto riguarda gli ipermercati e gli shopping center, e la logistica che ha visto una crescita di oltre il 27%.
L’andamento regionale
Nonostante l’impatto della crisi sanitaria, il Nord Ovest si conferma l’area più appetibile agli occhi degli investitori con oltre il 67% del transato nazionale (per un volume di investimenti pari a 800 milioni di euro). Molto inferiori i dati del Centro (16%, 190 milioni di euro), del Sud (9,2%, oltre 100 milioni) e del Nord Est che ha subito un brusco calo rispetto allo scorso anno (il volume di investimenti è stato di 90 milioni di euro il 7,4% del transato nazionale). Per quanto riguarda la provenienza dei flussi, continuano a prevalere quelli stranieri e in particolare da Germania e Francia.
Milano e Roma a confronto
Nel capoluogo lombardo le operazioni immobiliari sono scese di oltre il 50%, con un calo che ha coinvolto soprattutto il reparto direzionale. Tuttavia, circa un terzo del capitale investito nel nostro Paese riguarda proprio Milano, dove si è registrato un notevole aumento di investimenti nel cosiddetto CBD (Central Business District). Roma, invece, ha “limitato i danni” con un calo del 17,7% rispetto al primo trimestre 2019.
di Laura Fabbro
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