Si è partiti con il trasferimento degli headquarter di Unicredit, a cui poi si sono aggiunte rapidamente società tecnologiche come Google, Microsoft, Amazon: tutte in cerca di nuovi uffici a Milano. Il settore immobiliare del capoluogo lombardo sta vivendo un momento di grande fermento anche a causa della futura entrata in vigore della Brexit, fissata per il 29 marzo 2019, che ha spinto le aziende a cercare lidi più stabili.
Tre le zone coinvolte
Le aree maggiormente in trasformazione sono quelle del centro storico, di Porta Nuova e di Porta Romana. Qualche esempio: in via Santa Margherita, nello stesso immobile dove Huawei creerà la sua seconda sede dopo quella di via Lorenteggio, Goldman Sachs aprirà dei nuovi uffici; stesso indirizzo anche per Family Banker di Banca Mediolanum, mentre Banca Rothschild prenderà il posto di Luxottica in via Orefici; JP Morgan sembra, invece, orientata a spostarsi nell’ex palazzo delle Poste in piazza Cordusio.
Fuga dalla City
La ricerca di uffici da parte di circa quindici gruppi bancari e del private equity, tra cui Fidelity International e NatWest, può essere interpretata come una sorta di “fuga da Londra”: tra le big che puntano sul polo City Life troviamo Allianz, Generali e Pwc, mentre Versace – Inter, Accenture e Ibm sono dirette verso l’area di Porta Nuova.
Investimenti anche nel coworking
La fiducia nel mercato immobiliare milanese emerge chiaramente dalla scelta di WeWork, azienda leader nella creazione di spazi di lavoro condivisi in tutto il mondo, che aprirà presto in via Mazzini e in via Meravigli. Non solo: il gruppo è in trattativa anche per edifici in via Turati (proprietà Allianz), piazza Duomo e piazza San Fedele.
di Laura Fabbro
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