Ci stiamo avviando verso i mesi più naturisti dell’anno. Con il pretesto del caldo, ma potremmo dire anche con quanto costa di questi tempi l’aria condizionata, viene davvero voglia di girare nudi per casa, in totale libertà.
Una pratica che, secondo la psicologa e psicoterapeuta Maria Malucelli, può far bene a diversi equilibri. Ma dove comincia e finisce questa libertà?
La nudità in casa oscilla tra il diritto alla privacy e la pubblica decenza.
Nudità in casa: cosa dice la legge
La libertà alla privacy, nel caso specifico, è tutelata dall’articolo 14 della Costituzione che sancisce l’inviolabilità del domicilio, quale “proiezione spaziale della libertà personale”. Dunque, è perfettamente lecito aggirarsi in casa senza vestiti.
Oltretutto, il confine tra questo diritto e la pubblica decenza si è ulteriormente assottigliato con la depenalizzazione di alcune fattispecie di reato, tra cui l’articolo 726 del codice penale che sanziona gli atti contrari, per l’appunto, alla pubblica decenza.
Ciò significa che dal 2016, anno in cui è stato approvato il decreto legislativo numero 8, questa condotta non costituisce più un reato, anche se resta comunque vietata e sanzionabile.
Girare nudi per casa: quando si rischia la multa
Questa libertà tuttavia deve misurarsi con dei limiti. La sentenza di Cassazione 44156 del 2008 ha stabilito che “la tutela del domicilio è limitata a ciò che si compie in luoghi di privata dimora in condizioni tali da renderlo tendenzialmente non visibile ad estranei”. La stessa Suprema Corte considera lecita la condotta di chi accede nei campi e nelle spiagge per nudisti, poiché sono luoghi frequentati da soggetti nudi consenzienti.
Vale, dunque, il principio luterano secondo cui la “libertà personale finisce dove comincia quella degli altri“.
Pertanto, la norma sanziona unicamente le condotte tenute in luoghi pubblici, aperti al pubblico o esposti al pubblico. La propria abitazione è un luogo di privata dimora.
Ma, se l’esposizione delle finestre o la posizione del giardino sono tali da rendere agevolmente visibile ad un osservatore esterno ciò che accade, muta la qualificazione del luogo.
In questo caso, si rischia l’illecito amministrativo (ex reato) previsto dal succitato articolo 726, punito con una sanzione da 5 a 10mila euro.
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