Casa dolce casa… O forse no. Lo smart working, le numerose evoluzioni e innovazioni tecnologiche e i molti consigli di arredamento su come ritagliarsi uno spazio lavorativo nell’ambiente domestico hanno plasmato nel profondo il concetto di ufficio, ma soprattutto quello di abitare. Questo il tema centrale di “Life at home report”, recente studio che ha preso in esame lo stile di vita di circa 22 mila persone in ben 22 diversi Paesi.
Nuovi tempi e spazi per gli uffici
Secondo l’analisi curata da Ikea, il 35% degli intervistati ha dichiarato di sentirsi più a proprio agio in luoghi esterni piuttosto che a casa propria, cifra in deciso incremento rispetto al 2016 quando si era fermata al 20%. Tra gli italiani, che risultano ancora piuttosto legati alla dimensione domestica, questa risposta è stata data dal 25% del campione: la percentuale raggiunge il 33% nelle grandi città, il 54% se si prendono in considerazione coloro che vivono in un ambiente condiviso. Si preferiscono case più piccole ma ben posizionate (64%), non lussuose ma pratiche.
Con queste premesse non stupisce dunque che gran parte del campione preso in esame sostenga di trascorrere molto tempo in ufficio o, in caso contrario, di proseguire la giornata lavorativa da casa. Si tratta di una tendenza sostanzialmente italiana: tra i nostri connazionali il 40% dichiara di portarsi il lavoro a casa, raggiungendo la media più alta d’Europa. Ma come si regolano gli intervistati per lavorare tra le mura domestiche circondati dalla giusta privacy? La stanza da adibire a ufficio per il 52% è la camera da letto, nel 40% dei casi il bagno e nel 39% uno spazio esterno come giardino o terrazzo.
di Francesca Lauritano
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