La casa da un lato e il luogo di lavoro dall’altro: trascorriamo gran parte del nostro tempo attorno a questi due poli, che hanno concentrato su di sé sempre più attenzioni a tutela di qualità ed efficienza.
Introdotta per legge dal 1998, da fine maggio la figura del mobility manager è diventata obbligatoria per tutte le aziende con oltre 100 dipendenti. L’obiettivo è proprio quello di ridurre l’impatto ambientale derivante dagli spostamenti casa-lavoro.
Non si tratta quindi di una novità assoluta, ma il ruolo è tornato di recente “alla ribalta” per gli inediti sviluppi legati alle recenti riforme governative. Vediamo come
Mobilità sostenibile: che cosa è cambiato
Il decreto firmato poche settimane fa dal ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, e dal ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, ha apportato alcune importanti modifiche alla legge riguardante il mobility manager: fino al 2019, infatti, questa figura era obbligatoria solo per gli enti pubblici con più di 300 dipendenti e per le aziende con almeno 800, ma limitatamente ai comuni con alto tasso di inquinamento atmosferico.
Da adesso in poi, invece, la sua adozione è estesa a tutte le società con oltre 100 dipendenti situate in comuni con popolazione superiore a 50 mila abitanti.
Cosa fa il mobility manager
Il dicastero della Transizione ecologica spiega che il “mobility manager aziendale è una figura specializzata nel governo della domanda di mobilità e nella promozione della mobilità sostenibile nell’ambito degli spostamenti casa-lavoro del personale dipendente”.
Che cosa significa esattamente? Ogni anno le aziende con oltre 100 dipendenti sono obbligate a creare un PSCL, cioè un piano degli spostamenti casa-lavoro. Spetta al mobility manager occuparsene, cercando di ottimizzare gli spostamenti dei lavoratori in modo che usino il meno possibile l’auto privata, specialmente nelle ore di punta, a vantaggio di mezzi di trasporto alternativi o quantomeno condivisi.
Il ruolo di questa figura prevede perciò accurate analisi dell’accessibilità dei luoghi di lavoro con appositi strumenti statistici e indagini sociologiche per capire le esigenze del personale.
La necessità di un coordinamento locale
Accanto alla figura del mobility manager aziendale c’è poi quella del mobility manager di area, che fa parte del Comune e che ha una funzione di raccordo tra i mobility manager aziendali e gli uffici traffico locali. Il suo compito è sia quello di implementare il trasporto pubblico locale sia quello di ideare soluzioni di mobilità complementari e alternative.
di Laura Fabbro
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