L’emergenza Coronavirus non potrà non avere ripercussioni anche sul mercato immobiliare, soprattutto nel breve e nel medio periodo. Nonostante le previsioni generali per il comparto siano negative, i cambiamenti radicali in atto potrebbero trasformarsi in un’opportunità per alcuni settori. Secondo Emanuele Ottina, presidente esecutivo di Alternative Capital Partners, a beneficiarne saranno soprattutto gli edifici certificati green e quelli che offriranno una possibilità di abitazione a misura dei Millenials, tra i più colpiti dalla probabile crisi economica che arriverà. In alcuni casi, ad esempio, potrebbe accelerarsi un processo già in atto, soprattutto nelle città, che sta privilegiando soluzioni come lo Student Housing, lo Smart-Coworking e il Co-living.
In Italia le soluzioni abitative per chi frequenta l’università non sono mai state sfruttate appieno. Eppure, la popolazione studentesca italiana rappresenta il 17% di quella europea e le rate di iscrizione piuttosto economiche rendono il nostro Paese una meta molto ambita per erasmus e viaggi di studio. Anche se non è ancora chiaro quando si potrà riprendere a frequentare le lezioni nelle aule, la vita universitaria rappresenta un’esperienza a cui non si vuole rinunciare. Da questo punto di vista, dunque, il settore dello Student Housing si preannuncia molto competitivo per il prossimo futuro.
Un’altra abitudine venuta meno durante questi mesi è quella di recarsi fisicamente presso il proprio posto di lavoro. Chi ha potuto, infatti, ha scelto lo smart-working per i propri dipendenti. Un cambio di rotta che, per la verità, si stava già piano piano verificando, ma che l’epidemia ha imposto nel giro di qualche giorno. Quando il lockdown finirà, si continueranno a prediligere soluzioni lavorative più flessibili e chi gestirà spazi di Co-working, garantendo il rispetto della distanza fisica e di tutte le norme di sicurezza, ne uscirà rafforzato. Un’opportunità per tutti quegli investitori che sapranno trovare gestori solidi con cui collaborare.
La co-abitazione è un nodo centrale della vita dei Millenials che spesso scelgono di lasciare la casa dei propri genitori, ma, allo stesso tempo, non possono permettersi una casa di proprietà o l’affitto di un intero appartamento. Perciò si condividono le aree comuni di un’abitazione, riservandosi per sé una sola stanza. Il pericolo del contagio potrebbe rendere meno appetibile l’idea del Co-living, ma la crisi economica in atto sta colpendo soprattutto le fasce deboli che potrebbero essere portate a preferire questa soluzione. Importante quindi offrire immobili sanificati, tecnologici e con un tocco di design.
di Giulia Dallagiovanna
Questo post Student Housing e Coworking, i segmenti meno toccati dalla crisi é pubblicato da Immobiliare.it.