La domanda è questa: che cosa succede se i pagamenti dei lavori agevolabili con il Superbonus 110% avvengono in due anni differenti?
La risposta arriva direttamente dall’Agenzia delle Entrate, interpellata in merito da un contribuente: l’agevolazione è valida, ma per quanto riguarda l’opzione della cessione del credito bisogna tenere conto di quando viene effettuato il Sal (Stato avanzamento lavori).
Nel caso specifico preso in esame, per esempio, il primo Sal sarà nel 2022 e quindi la cessione del credito potrà essere esercitata solo per le spese sostenute nel 2022, mentre per quelle del 2021 si potrà esercitare unicamente l’opzione della detrazione fiscale in dichiarazione dei redditi. Ecco perché.
Come funziona il meccanismo del Sal
Come ricorda l’Agenzia delle Entrate nella risposta all’interpello n. 56 pubblicata il 31 gennaio 2022, il decreto Rilancio ha introdotto il meccanismo del Sal per potere beneficiare della cessione del credito o dello sconto in fattura.
Se lo stato di avanzamento lavori è in linea con il termine minimo fissato per legge, cioè il 30%, e gli acconti sono stati versati, è possibile usufruire delle due opzioni alternative alla detrazione in dichiarazione dei redditi.
Cessione del credito per spese a cavallo di 2 anni diversi
Nel caso in esame, il contribuente ha versato gli acconti nel corso del 2021 ma, a causa di ritardi nelle forniture, il Sal minimo del 30% verrà emesso solo nel 2022 e si riferirà alle spese sostenute nei due diversi anni. E quindi come ci si deve regolare per la cessione del credito relativa alle spese del 2021? Semplicemente l’opzione non potrà venire esercitata.
Il contribuente potrà cedere il credito relativo agli importi pagati nel 2022, ma per quanto riguarda le spese sostenute nel 2021 l’unico modo per beneficiare del Superbonus 110% sarà sotto forma di detrazione nella dichiarazione dei redditi.
di Laura Fabbro
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