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Tari: i comuni che hanno sbagliato devono rimborsare i cittadini

Non si fermano le proteste dei consumatori sul caso Tari. Negli ultimi anni la tassa sui rifiuti è stata gonfiata per un errore di calcolo da parte di molti Comuni italiani e adesso è necessario capire chi ha pagato di più e come rimediare.

L’errore nella tassa applicata e le modalità di rimborso

Il calcolo errato riguarda la quota variabile della Tari (legata al numero di abitanti della casa) che è stata conteggiata per ogni singola pertinenza dell’immobile, come cantina, box o solaio. A seguito di un’interrogazione parlamentare, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha specificato, invece, che la quota deve essere conteggiata una sola volta per l’abitazione, comprese le eventuali pertinenze.

Adesso bisogna individuare tutti gli Enti che hanno commesso l’errore e procedere ai relativi rimborsi. Il Codacons preme perché questi ultimi siano automatici e non su richiesta.

Proprio sulle modalità di rimborso si stanno interrogando anche tutte le altre associazioni dei consumatori: e se per recuperare gli importi dovuti si decidesse di ricorrere a un aumento delle tariffe? È un’ipotesi plausibile e sicuramente è concreto il rischio che i cittadini che finora hanno pagato la somma corretta si ritrovino a dover pagare una quota “extra” per coprire quanto dovrà essere rimborsato agli altri.

Intanto, il Movimento difesa del cittadino ha lanciato la campagna “Sos Tari” per dare ai consumatori la possibilità di richiedere il rimborso da parte dei Comuni. Le sedi locali dell’associazione verificheranno gli avvisi di pagamento e invieranno l’istanza al municipio competente.

di Marilia Scavone

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