A Milano i tetti si fanno sempre più verdi. A Rotterdam, nella patria dei tulipani, si sta puntando ai rooftop walk, i tetti pedonali.
Le città viste dall’alto
Nella città dei Paesi Bassi il futuro si guarda dall’alto. Qui, dove è in costruzione l’imponente “Corridoio Reno-Alpi” anche detto “Corridoio dei due mari), architettura e design liberano la creatività realizzando ponti che uniscono i tetti delle case e delle attrazioni turistiche. Veri percorsi pedonali per ampliare una visione nuova sul futuro delle città del mondo.
Dall’alto si sa, è tutto più ridimensionato. La vista è sopraelevata e lontana dal caos delle arterie e dei quartieri. Una sensazione che potrete provare fino al 24 giugno partecipando al Rotterdam Rooftop Walk.
Potrete avviare il vostro percorso dal ponte aereo sul Collsingel, la via principale del centro città, il cuore dello shopping che taglia in due il quartiere risorto dall’humus di un antico terreno feudale. I visitatori si imbatteranno in mostre e performance educative che rientrano nell’ambito dell’annuale festival Rotterdam Architecture Month.
Verso il cambiamento dello spazio abitabile e vivibile
I tetti pedonali, progettati dallo studio di architettura MVRDV, sono un trionfo di luci, colori, rampe dolci e sinuose. Ritagli di spazio pubblico in un mondo dove le megalopoli sono sempre più affollate, inquinate e caotiche. Profondamente ferite dal cambiamento climatico ma con una spinta verso il cambiamento e verso una nuova concezione dello spazio abitabile e visitabile.
Il primo giugno sarà aperta al pubblico (fino al 17 agosto) la piattaforma temporanea sul tetto dell’Het Nieuwe Instituut di Rotterdam, uno spazio per eventi di 600 metri quadrati verniciati di rosa, intitolato The Podium, elevato di 29 metri. In questo contesto si parlerà anche di transizione energetica, un tema molto attuale mentre gli ultimi “fasti” nefasti di una civiltà ormai superata infuriano alle porte dell’Europa e ci interrogano sul futuro da riorganizzare.
Rotterdam presenta in tutto ben oltre 18 chilometri quadrati di tetti, per lo più inutilizzati e ora vere e proprie strade sospese. Dall’alto si può vivere in una terza dimensione, di sospensione tra i problemi che affliggono la terra calpestabile e l’immensità di uno spazio del cielo.
di Nicola Teofilo
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