“I trulli di Alberobello rappresentano un sito di valore universale ed eccezionale, in quanto sono l’esempio di una forma di costruzione ereditata dalla preistoria e sopravvissuta intatta, pur nell’uso continuativo, fino ai nostri giorni”. Con questa motivazione, il 6 dicembre del 1996, nella seduta del Comitato del Patrimonio Mondiale, svoltasi a Merida (Messico), l’Unesco inseriva “I Trulli di Alberobello” nella World Heritage List, lista delle meraviglie del mondo da tutelare e conservare.
Ad Alberobello era toccato lo stesso destino di Matera (tre anni prima): da “vergogna d’Italia” (come la bollavano i giornali del dopoguerra) a “orgoglio nazionale”. Nel caso di Matera, è stato l’esilio di Carlo Levi, mandato in Lucania dal regime fascista, ad accendere i riflettori sul degrade dei sassi, le antiche abitazioni rurali dove Daniel Craig vola con la sua auto sportiva nell’ultima serie 007.
Per Alberobello, il successo è arrivato con il passaparola dei turisti giapponesi prima, e di tutti gli altri stranieri dopo.
La ristrutturazione e gli infissi dei trulli
Gutta cavat lapidem, dicevano gli antichi. La goccia scava la pietra. Alberobello è un monumento di pietra a cielo aperto che conserva intatti i segni del tempo e delle intemperie. Piccoli tasselli in pietra ricavati dalla roccia calcarea della Murgia barese e della Valle d’Itria e incastrati senza l’utilizzo di collanti o cementi.
I trulli sono talmente unici nella storia da essere beni super protetti dalla Sovrintendenza e dalla Regione Puglia, al punto da richiedere cura, manutenzione e rispetto assoluto.
La ristrutturazione di un trullo, infatti, deve seguire determinate accortezze, al fine di non snaturare l’essenza della tipica costruzione architettonica pugliese.
Persino gli arredi e i prospetti dell’architettura non possono essere modificati, conservando la naturalità dei materiali utilizzati anche per quanto riguarda finestre e porte, ovvero tutti i serramenti e gli infissi.
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I simboli esoterici sui tetti dei trulli
I trulli rievocano il modello preistorico del Thòlos, una tomba micenea appartenente al XIV secolo.
Come per i sassi di Matera, queste abitazioni erano occupate dai contadini, da famiglie numerose che convivevano insieme al bestiame e agli animali da cortile, utili per la sopravvivenza del nucleo familiare e per il riscaldamento degli ambienti.
Quelli che erano destinati alle famiglie più benestanti possiedono dei giardini adiacenti con pozzi centrali per attingere l’acqua o coltivare orti.
Sui tetti dei trulli del centro storico di Alberobello sono raffigurati simboli esoterici. Questi disegni donano un fascino tutto particolare alle costruzioni coniche in pietra.
In realtà, le origini di queste abitazioni sono ancora al centro di numerosi dibattiti e altrettante ricerche. Ciononostante, i misteriosi segni che sono dipinti sul frontale del cono fanno parte del culto pagano così come quello cristiano. Sono simboli magici e allo stesso tempo propiziatori.
Questi simboli venivano usati dai contadini come elementi propiziatori, magici e astrologici. Un esempio? Il tridente rivolto al cielo simboleggia le tre preghiere indirizzate alla Trinità.
Quanto costa un’abitazione a trullo
Oggi, i trulli sono per lo più destinati a strutture ricettive di alto livello: B&B, stanze con spa e servizi per il relax, botteghe dell’artigianato dove si possono acquistare i tipici fischietti in terracotta o i distillati e i prodotti alimentari locali.
Ma un’abitazione a trullo può essere acquistata, sia ad Alberobello che nelle colline della Valle d’Itria, come seconda casa vacanza o adiacente alle masserie, da convertire in struttura ricettiva.
Una media dimora a trullo può costare fino a mezzo milione di euro, per il pregio storico. Ad Alberobello il tempo non si è certamente fermato. Ciascuna pietra racconta una storia, un’epoca, e tutto si incastra nella meraviglia dello spazio e del tempo che scorre.
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